L'Associazione per la difesa del servizio pubblico prende posizione in merito alla votazione del 26 settembre: 'A rischio gli interventi pubblici'
L'Associazione per la difesa del servizio pubblico, in un comunicato odierno, invita a respingere alle urne, il 26 settembre prossimo l'iniziativa popolare “Basta tasse e basta spese, che i cittadini possano votare su certe spese cantonali”, portata avanti dall'Udc e dalle frange di destra di altri partiti. L'iniziativa prevede che si passi attraverso il voto popolare obbligatoriamente per tutte le decisioni che comportano un investimento superiore ai 20 milioni di franchi oppure una spesa annua di 5 milioni di franchi per almeno quattro anni.
"Se fosse già stata in vigore questa normativa, durante gli anni 2015-2019 avremmo dovuto votare 41 volte", sostengono i contrari, elencando alcuni temi che sarebbero stati toccati dalla normativa prevista dall'iniziativa: "il sostegno alle attività innovative; la politica economica regionale; l’impiego parsimonioso dell’energia; le piste ciclabili; il trasporto pubblico; il servizio ferroviario regionale; l’istituto di ricerca di biomedicina; l’ampliamento della Scuola cantonale di commercio; l’informatizzazione delle scuole cantonali; il festival internazionale del film…"
Secondo l'Associazione, invece, iniziativa mirerebbe in primo luogo a "ridurre l’intervento dello Stato in campo sociale, sanitario, scolastico, culturale, di politica economica o regionale". Una modifica definita "ideologica neo-liberale e meno-statista", che "non riguarda infatti delle scelte fondamentali dello Stato, quali per esempio la legge sulla polizia oppure la privatizzazioni di servizi pubblici. Per queste decisioni, se contestate da parte di gruppi di cittadini, sarebbe sempre necessario procedere alla raccolta delle firme. L’iniziativa in discussione vuole “solo” ridurre le spese" prosegue il comunicato stampa.
"Questa modifica illude la popolazione di poter ottenere più diritti democratici", sostengono i contrari, argomentando che essa "in realtà non costituisce nessun miglioramento, bensì un inutile e pericoloso strumento che metterebbe a rischio gli interventi pubblici, nonché uno spreco di risorse" e ricordando al riguardo che tale strumento è ritenuto "non necessario" anche il Consiglio di Stato, nel suo messaggio del 21 marzo 2018, non ritiene necessario un simile strumento.
"L’Associazione per la difesa del servizio pubblico, per tutte queste ragioni ritiene che, quando avrà luogo la votazione popolare, questa iniziativa vada combattuto e respinta" conclude la nota stampa.