'Di certo è una minoranza quella che assume atteggiamenti intimidatori verso i cronisti, ma non si può far finta di nulla'. Gli episodi elencati dall'associazione
L'Associazione ticinese dei giornalisti chiede rispetto per il lavoro dei giornalisti e delle giornaliste. L'appello dell'Atg dopo aver ricevuto alcune segnalazioni di colleghi che hanno seguito ieri a Lugano la manifestazione di protesta contro lo sgombero e la demolizione dell'ex Macello. Segnalazioni, scrive l'associazione in una nota, che "evidenziano come in una parte – di certo minoritaria – degli autogestiti ci sia un atteggiamento intimidatorio nei confronti di chi sta facendo semplicemente il proprio lavoro", quello di informare l'opinione pubblica. In quest’ultima settimana, dall’abbattimento di una parte dell’ex Macello alla manifestazione di ieri, l'Atg ha registrato una serie di fatti che hanno coinvolto loro malgrado i cronisti.
"Sabato sera, 29 maggio, una fotografa spintonata davanti al Vanoni per aver semplicemente azionato il proprio flash. Sempre al Vanoni - riferisce ancora l'Associazione ticinese dei giornalisti - alcuni colleghi sono stati accolti da persone munite di bastoni che chiedevano di stare a cento metri di distanza, eppure ci si trovava su suolo pubblico, quindi di libero accesso per chiunque. Al corteo degli autogestiti di martedì sera un collega è stato apostrofato con parole che ricordavano l’aggressione dello scorso novembre, quando una giovane giornalista della 'Regione' venne aggredita con una testata e con conseguente rottura del setto nasale. Al collega martedì è stato detto: 'o te ne vai o farai la stessa fine'". Al corteo di ieri a un cameraman della Rsi "è stato impedito di girare delle immagini dall’alto: anche qui ci si trovava su suolo pubblico". Non è tutto. "Sempre al corteo di ieri un cronista della Rsi è stato circondato e spintonato per aver semplicemente voluto porre delle domande a un gruppo di ragazzi incappucciati, che si trovavano in coda alla manifestazione: uno di questi ragazzi gli ha persino strappato di mano il registratore", riferisce l'Atg. Che aggiunge: "Siamo certi che si tratta di una minoranza tra gli autogestiti. Va anche detto che in diversi di questi episodi altri Molinari sono intervenuti per calmare le acque. Non possiamo però fare finta di nulla".
Per i giornalisti, si sottolinea nel comunicato, "il margine di manovra nel riferire di quanto capita rischia di essere limitato, questi episodi ne sono un esempio. C’è poi un altro limite di fondo che consiste nel non avere una persona o dei rappresentanti di riferimento. È impossibile realizzare interviste con qualcuno che si esprima a nome dei Molinari. Questo è decisamente un ostacolo e un condizionamento, anche democratico: porre domande fa parte del ruolo del giornalista ed è un elemento fondamentale dell’informazione rivolta all’opinione pubblica". Dunque rispetto per i giornalisti e del loro lavoro, il cuo ruolo "si basa sull’articolo 17 della Costituzione federale: in altri termini stiamo parlando di una libertà fondamentale. Per questo ci auguriamo che le cose possano cambiare".