Per il prof. Ceschi, esperto di vaccini, chi si è già ammalato ha una buona protezione dopo una sola dose, ma non è chiaro se durerà a medio-lungo termine
La campagna vaccinale procede a ritmo sostenuto in Svizzera, dove ogni giorno vengono somministrate da 60’000 e 90’000 dosi. Il 14% della popolazione adulta ha ricevuto le due dosi prescritte e il 28% la prima. La situazione epidemiologica in Svizzera continua ad evolversi favorevolmente, negli ultimi giorni il numero di nuove infezioni si mantiene sotto la soglia di 1’500 grazie ad un potente alleato, il vaccino, aiutato forse anche da una meteo favorevole (il caldo è nemico del virus). “Stando alle informazioni disponibili, i due vaccini mRNA approvati in Svizzera (Pfizer e Moderna) risultano efficaci anche contro le varianti, compresa quella indiana, e contro la trasmissione del virus”, ha spiegato due giorni fa a Berna Virginie Masserey, responsabile sezione di controllo delle infezioni dell'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP). Entrambe sono ottime notizie. La vaccinazione dovrebbe dunque anche interrompere la catena di contagio. “Effettivamente recenti studi hanno evidenziato che una persona vaccinata ha una probabilità più bassa d'infettare gli altri, ad esempio perché presenta una carica virale (quantità di virus nel naso e faringe) più bassa rispetto a chi non è stato vaccinato. Di conseguenza c’è meno probabilità d'infettare gli altri. Chi è stato vaccinato presenta inoltre un rischio significativamente più basso - dimostra un altro studio - di sviluppare l’infezione in modo asintomatico rispetto ai non vaccinati. Sappiamo che gli asintomatici giocano un ruolo rilevante nella catena di contagio”, ci spiega il prof. Alessandro Ceschi.
Il prof Ceschi membro della task force federale sulla sicurezza dei vaccini (Ti-Press)
Il primario e direttore medico e scientifico dell’Istituto di scienze farmacologiche della Svizzera italiana dell’Eoc, professore Usi e membro della task-force federale che si occupa della sicurezza del vaccino, ci aiuta anche a capire perché chi ha già fatto il Covid può avere reazioni avverse più accentuate al vaccino. “Il sistema immunitario di chi ha già avuto il Covid è già ‘allenato’, e se incontra di nuovo una parte del virus (a seguito della vaccinazione) si può scatenare in modo più violento, causando anche reazioni sistemiche (febbre, malessere, dolori osteo-muscolari, spossatezza). Reazioni di regola che scompaiono spontaneamente dopo pochi giorni e possono essere semmai attenuate con paracetamolo”.
Per chi ha già avuto il Covid la raccomandazione delle autorità sanitarie federali è quella di fare una sola dose di vaccino. Anche qui c’è una spiegazione scientifica: “Recentissimi studi hanno dimostrato che chi ha già avuto il Covid, già dopo la prima dose di vaccino presenta una rapida risposta immunitaria e genera almeno altrettanti, se non di più anticorpi, rispetto a chi ne ha ricevute due e non era mai stato infettato. Sono studi importanti ma preliminari, ci indicano che chi si è ammalato, dopo la prima dose, ha già una buona protezione per il breve periodo, ma mancano dati solidi su ciò che succede nel medio-lungo termine; non sappiamo come si comporterà la memoria immunologica di queste persone”. In concreto, una dose va bene per chi ha già fatto il Covid, in particolare coloro che presentano reazioni avverse marcate dopo la prima dose, ma la decisione è personale. “Soprattutto chi rientra in una categoria a rischio, chi ha una professione che lo espone a rischi accresciuti e chi viaggia parecchio dovrebbe approfondire col medico curante”, conclude l'esperto. Un rischio è che una dose sola potrebbe non essere riconosciuta anche all’estero e nei certificati vaccinali riconosciuti a livello internazionale, ma molto qui è in evoluzione.
Molti cantoni hanno aperto le vaccinazioni a tutta la popolazione sopra i 16 anni, c'è interesse da parte dei giovani, che possono talvolta avere reazioni avverse al vaccino. “È un aspetto che ci aspettavamo ed è confermato dall'esperienza, ma sono comunque effetti secondari generalmente non gravi (come dolore al sito della punzione, febbre, mal di testa, dolori osteomuscolari, stanchezza) che possono durare qualche giorno per poi risolversi spontaneamente, effettivamente nei giovani sono più frequenti che in altre classi di età”, conclude il medico.