Il Gran Consiglio respinge la proposta di 'scorporarlo' e renderlo indipendente. Contrari alla proposta Lega, Plr, Ppd, Udc. A favore Ps e Verdi
L'Ufficio di statistica (Ustat) non sarà scorporato dal Dipartimento finanze ed economia. Il Gran Consiglio, dando il proprio via libera al rapporto di maggioranza del liberale radicale Matteo Quadranti che chiedeva di respingere la proposta di Simona Arigoni Zürcher (Mps), ha quindi valutato con 49 sì e 21 contrari che l'indipendenza dell'Ustat è data e garantita. «A verificare sull'attività dell'Ustat non c'è solo la Legge sulla statistica cantonale, ma anche quella federale. Nonché un sistema di diversi attori che svolgono i debiti controlli» afferma Quadranti. Secondo il quale «non c'è un problema di indipendenza o di controllo da parte del Dfe. Ho l'impressione che i mozionanti e il rapporto di minoranza mettano in dubbio il quadro istituzionale e il rapporto tra istituzioni se pensano che il governo stia lì apposta a cercar di raccontare storie al cittadino quando così non è». La risposta del contestato (da Quadranti) rapporto di minoranza arriva a stretto giro di posta dal suo relatore, il capogruppo del Ps Ivo Durisch: «Chi si oppone alla richiesta di rendere indipendente l'Ustat guarda alla trasparenza come un nemico, piuttosto che un alleato». Di motivi per sostenere la mozione dell'Mps Durisch ne vede: «C'è l'esigenza di poter leggere tempestivamente i cambiamenti in atto con rilevazioni periodiche con dati da diversi dipartimenti. E il problema è reperire i dati da questi dipartimenti, è un discorso di efficacia: la raccolta di tutti i dati deve essere in mano all'Ustat. Che non è unicamente al servizio dell'Amministrazione, ma di tutta la popolazione».
Il capogruppo della Lega Boris Bignasca rileva sibillino «l'abilità di prendere un tema neutrale come la statistica per trasformarlo in un campo di battaglia pre-elettorale prima delle Comunali. Legittimo, ma sinceramente non stiamo facendo un grandissimo servizio al Paese passando ore a discutere dell'Ustat». Perché per Bignasca «i problemi del Paese sono altri, e ben più gravi». Il capogruppo dell'Udc Sergio Morisoli prima afferma che «la statistica è molto importante, e diventerà sempre più importante se qualcuno saprà poi interpretare i dati raccolti». Poi sale di un'ottava nel dire che «non si può tollerare l'espressione di dubbi e sospetti non certificati per camuffare un'operazione destinata a sottrarre a un dipartimento l'Ustat con argomenti che non stanno da nessuna parte: vengano mostrati i fatti se si pensa che sotto la dirigenza del Dfe l'Ustat subisca pressioni o pubblichi dati truccati».
Contrario anche il Ppd, con il suo capogruppo Maurizio Agustoni a spiegare che «non è il tema che definisce le sorti di questo Cantone. Accorpare le unità presenti in altri dipartimenti nell'Ustat non necessariamente migliora la capacità di raccogliere i dati». Sull'indipendenza, invece, «la soluzione proposta non è decisiva. Dire che è assoggettato a un unico dipartimento o all'intero Consiglio di Stato non cambia di molto le coordinate del problema».
A favore del rapporto di Durisch, oltre alla socialista Anna Biscossa - «è davvero poco comprensibile che tutti i dati non vengano gestiti direttamente dall'Ustat, in modo da elaborarli in modo corretto» -, anche i Verdi. Con Samantha Bourgoin che dice: «Non abbiamo niente da rimproverare al direttore del Dfe o brutte esperienze con l'Ustat da raccontare, ma una gestione unitaria di tutti i dati e non sottoposta a un dipartimento aiuterebbe». A favore, ci mancherebbe essendo la mozionante, Simona Arigoni Zürcher (Mps): «La statistica pubblica è un bene che deve essere accessibile a tutti e che dovrebbe essere una guida per la politica. Dovrebbe... perché la politica invece che basarsi su cifre reali chiede alla statistica di confermare le proprie decisioni con i numeri».
Serafico il direttore del Dfe Christian Vitta: «Nel dibattito si è avvertita un po' di confusione tra indipendenza sull'operato dell'Ustat e inquadramento amministrativo. L’abbiamo tutti lodata per le analisi che offre e per il suo lavoro. Penso che non farebbe così bene il suo lavoro se non fosse indipendente».
In precedenza, il Gran Consiglio ha discusso il Programma della statistica cantonale 2020-2023 che avrà - lo ricordano le relatrici Anna Biscossa (Ps) e Natalia Ferrara (Plr) - un accento sulla condizione lavorativa femminile e sulle disparità ancora presenti.