Il buon andamento di Ubs durante il 2020 ha premiato l’ex Ceo ticinese. In nove anni ha incassato quanto un ticinese medio in 1'800 anni
Sergio Ermotti, l'ex Ceo di Ubs che ha lasciato la carica alla fine dello scorso ottobre, nel 2020 ha guadagnato in totale 13,3 milioni di franchi. Il buon andamento della banca è quindi stato premiato: l'anno precedente aveva guadagnato 12,5 milioni. Le cifre sono comparabili con quelle del 2019, poiché Ermotti, nonostante le dimissioni, secondo quanto si legge nel rapporto annuale di Ubs, è figurato nella direzione aziendale fino alla fine dell'anno. Il manager ticinese è stato uno dei dirigenti meglio pagati di sempre in Svizzera e in Europa: nei 9 anni alla guida operativa di Ubs ha infatti guadagnato complessivamente 119,3 milioni. Per arrivare a guadagnare la stessa cifra uno svizzero normale (stipendio mensile mediano 6'538 franchi nel 2018, ultimo dato disponibile) deve lavorare 1'520 anni, mentre un ticinese (stipendio mediano 5'363 franchi) sarebbe chiamato a sgobbare per poco meno di due millenni, precisamente 1'853 anni.
Questi paragoni non mancano di suscitare accese discussioni, in un paese che nel 2013 ha accolto l'iniziativa detta sulle "retribuzioni abusive" con il 68% dei voti, il terzo miglior risultato di sempre per un'iniziativa. C'è chi fa presente che gli stipendi dei top manager devono essere messi in relazione con i risultati conseguiti da una società: concretamente negli anni in cui Ermotti è stato Ceo, Ubs ha realizzato utili per alcune decine di miliardi di franchi; 6,6 miliardi nel solo 2020, che grazie alla pandemia ha portato a una forte attività dei clienti. Altri ricordano che se il maggior gruppo bancario elvetico esiste ancora è perché è stato sostenuto dallo Stato: il 16 ottobre 2008, per evitare il crollo dell'istituto giudicato d'importanza sistemica, nel pieno della crisi finanziaria la Banca nazionale svizzera e il Consiglio federale intervennero con una manovra da 68 miliardi di franchi (60 miliardi di dollari la Bnr, 6 miliardi di franchi la Confederazione). Un intervento - così venne detto allora - volto a "rivitalizzare il bilancio di UBS". Visto a posteriori, alla fine lo Stato ne uscì persino con un guadagno, anche se vi sono economisti che sostengono che allora le grandi banche, la BNS e l'intera Svizzera fu semplicemente fortunata.
D'altronde a parte nel 2011 e nel 2012, la retribuzione di Ermotti è stata sempre a doppia cifra milionaria: il dirigente, che aveva cominciato la carriera a Lugano come apprendista alla Cornèr Banca, si è quindi mosso in un campionato di altissimo rango, un campetto di gioco il cui cancelletto si apre solo per pochissime persone. Il successore Ralph Hamers, entrato in Ubs il primo settembre e passato al ruolo di Ceo il primo novembre 2020, ha guadagnato in totale 4,2 milioni di franchi, più un pagamento complementare di 0,16 milioni. Da questo gennaio Ermotti fa parte del Cda del 'Corriere del Ticino'.
All'intera dirigenza della grande banca sono andati l'anno scorso 115,9 milioni, contro i 102,1 milioni dell'anno precedente. Siccome i membri della direzione sono variabili, i dati sono paragonabili però solo fino a un certo punto. Il presidente del consiglio d'amministrazione Axel Weber, come l'anno prima, nel 2020 ha guadagnato 5,2 milioni di franchi. L'intero Cda si è visto attribuire 11,8 milioni, un po' meno rispetto ai 12,5 milioni del 2019. Intanto la banca ha ritoccato il suo utile per il 2020 leggermente al ribasso: la nuova cifra è 6,56 miliardi di dollari (6,09 miliardi di franchi). Si tratta quindi di un calo di 72 milioni di franchi rispetto ai dati resi noti a fine gennaio.