La maggioranza della commissione respinge la proposta di Simona Arigoni Zürcher (Mps-Pop-Indipendenti). I socialisti annunciano un rapporto di minoranza
Il Servizio ricorsi del governo, il Controllo cantonale delle finanze (Ccf), l’Ufficio di statistica (Ustat): c’è chi propone che vengano sganciati dal governo affinché, auspicano in sostanza i fautori dello 'scorporo', possano essere indipendenti a tutti gli effetti. Oggi intanto la maggioranza della commissione parlamentare della Gestione, firmando il rapporto del liberale radicale Matteo Quadranti, ha detto no alla mozione inoltrata nel settembre 2019 con cui Simona Arigoni Zürcher (Mps-Pop-Indipendenti) chiede che l’Ustat “non sia più subordinato” al Dipartimento finanze ed economia. E che “si trovi una sua collocazione in seno all’Amministrazione pubblica che tenga conto della trasversalità dell’attività statistica e del fatto che si tratta di uno strumento al servizio, non solo dell’amministrazione pubblica, ma di tutta la società". La maggioranza commissionale invita il plenum del Gran Consiglio a "respingere" quanto prospettato dalla deputata. Una posizione da cui si distanziano i socialisti, che tramite il loro capogruppo Ivo Durisch hanno annunciato un rapporto di minoranza, a sostegno della mozione.
Nel rapporto stilato da Quadranti “vengono fatte proprie” le considerazioni espresse dal Consiglio di Stato sulla richiesta di Arigoni Zürcher. Si rileva quindi che “in Svizzera la maggioranza degli uffici di statistica cantonali (dieci su quattordici) sono posizionati nei dipartimenti dell’economia e delle finanze” e che “quasi tutti i Cantoni hanno una legge cantonale la quale, come previsto anche dalla Carta sulla statistica, contempla il delicato e fondamentale tema dell’indipendenza professionale della statistica pubblica. Anche in Ticino è così". La legge sulla statistica cantonale (LStaC), continua il rapporto, “ha istituito una Commissione scientifica della statistica la quale partecipa alla formulazione dei bisogni generali in materia di informazione statistica a livello cantonale, contribuisce alla riflessione sugli orientamenti generali della statistica cantonale e alla preparazione del programma pluriennale, propone raccomandazioni relative alla realizzazione di progetti e attività statistiche” ed "è composta in modo da risultare rappresentativa dei diversi interessi presenti nella società ticinese”. La Legge sulla statistica, prosegue il documento redatto dal relatore di maggioranza, “offre sufficienti garanzie per una statistica pubblica di qualità e indipendente, per cui il governo conferma di voler mantenere l’attuale collocazione amministrativa dell’Ustat". Osserva Quadranti, da noi interpellato: «Non vedo come richieste all’Ufficio di statistica, provenienti dal governo o anche dal Gran Consiglio per il tramite dell’Esecutivo, di approfondire questo o quel tema possano minarne l’indipendenza".
Indipendenza sulla quale insiste invece Durisch. «La legge dice comunque che il Consiglio di Stato ordina le rilevazioni statistiche necessarie e ne regola le modalità - evidenzia il capogruppo del Ps in Gran Consiglio -. Per il nostro partito è fondamentale che l’Ustat possa muoversi anche di propria iniziativa, non solo su mandato del governo o del parlamento, con approfondimenti sulle molteplici realtà del Paese, descrivendole oggettivamente e analizzandole, ma per l'appunto in piena autonomia. Deve quindi poter accedere, senza ostacoli, ai dati gestiti dai vari uffici dell’Amministrazione che gli servono per tali analisi. Da questo punto di vista è peraltro indispensabile una centralizzazione delle banche dati, ora distribuite nei diversi Dipartimenti».
La statistica, sottolinea ancora Durisch, «è uno strumento prezioso che permette al politico di proporre misure adeguate per risolvere i problemi che si manifestano in una società sempre più complessa. A noi il fatto che l’Ustat sia sotto il Consiglio di Stato e nello specifico sotto il Dfe non sta bene». Dunque? «Potrebbe diventare un servizio, fisicamente collocato all’interno dell’Amministrazione, ma con una propria autonomia operativa e finanziaria».