Trotta (Ticino Turismo): 'Punteremo su un Ticino mediterraneo'. Pianezzi (Hotelleriesuisse): 'Airbnb è un problema'. Patelli (Campeggi): 'Abbiamo retto'
I pernottamenti in Ticino nel 2020 caratterizzato da pandemia e chiusure imposte alle attività sono calati del 16,3%. E il rischio è che il 2021 in fatto di turismo segua sulla falsariga. «Tutto il settore è abbastanza in fibrillazione, siamo molto preoccupati sia per la situazione attuale sia per l’incertezza che regna soprattutto pensando alla Pasqua», commenta alla ‘Regione’ il direttore di Ticino Turismo Angelo Trotta. Il motivo è semplice nella sua complessità: «Non sappiamo quanto e come questo semi lockdown sarà allentato, e la ristorazione per il turismo è un ambito importantissimo. I dati pubblicati oggi certificano il fatto che forse siamo andati meglio di quanto ci si sarebbe potuti aspettare. Ma comunque in un anno orribile».
Dati che parlano di una clientela interna cresciuta del 9,7% rispetto all’anno precedente. «I numeri dicono che il turismo svizzero è cresciuto quasi del 10%, ma a fronte di un calo del turismo internazionale pari al 58%. Siamo stati veramente salvati dal turismo nazionale, con un’estate eccezionale: da luglio a ottobre abbiamo fatto record su record rispetto al 2019. La campagna di marketing che abbiamo pensato per i turisti elvetici ha influito, tutto quello che non abbiamo investito sul mercato internazionale l’abbiamo deviato sul mercato svizzero». Con dei risultati: «Abbiamo misurato l’efficacia della campagna con dei nostri studi - continua Trotta - rilevando che una persona su dieci di quelle che sono arrivate in Ticino dal resto della Svizzera l’hanno fatto grazie alla nostra proposta. Ci ha molto aiutato essere l’unica meta esotica della Svizzera in un momento dove chi voleva fare le proprie vacanze in Italia, Spagna o Grecia non ha potuto a causa della pandemia».
Detto del 2020, le attenzioni (e le speranze) sono tutte rivolte al 2021. Che non è sicuramente iniziato sotto i migliori auspici: «Eravamo già pronti a lanciare la campagna 2021, ma abbiamo congelato tutto perché adesso non è il momento purtroppo: partiremo il 15 marzo, sempre sperando che qualcosa si allenti». Il tema principale per questa campagna «sarà la più facile raggiungibilità del Ticino e la maggiore velocità negli spostamenti interni tra Sopra e Sottoceneri grazie al nuovo tunnel di base del Ceneri - afferma il direttore di Ticino Turismo -. Il tutto con immagini e video attraverso i quali presenteremo il Ticino per la splendida meta mediterranea che è, vogliamo essere presenti su tutti i media in Svizzera, sfruttando pure i mezzi digitali. Siamo pronti a partire anche a livello internazionale, abbiamo già dei piani d’azione per quanto riguarda i Paesi a noi prossimi come Germania, Italia e altri mercati prioritari come Francia, Inghilterra, Benelux e paesi nordici. Appena la situazione lo renderà possibile, siamo pronti: le campagne sono tutte definite».
Con l’obiettivo di offrire un turismo sempre più sostenibile, aspetto molto richiesto e apprezzato dalla clientela. A riguardo Trotta rileva che «il nostro Paese a livello di sostenibilità è stato definito da Svizzera Turismo un ‘campione nascosto’, nel senso che siamo tra i primi al mondo anche per il turismo sostenibile. Ma questo non veniva evidenziato e pubblicizzato, adesso si vuole trasmettere un’immagine reale sfruttando un potenziale già presente con l’iniziativa ‘Swisstainable’, che si pone l’obiettivo entro il 2023 di farci diventare una delle destinazioni di viaggio più sostenibili». E anche in questo aspetto «il Ticino non parte da zero, avendo recentemente lanciato la piattaforma ticino.ch/green che mette in vetrina le eccellenze in materia di sostenibilità a ogni livello: trasporti, attività a impatto zero, ristoranti, strutture ricettive».
«È un meno 16% che fa male, ma fa sicuramente più male l'incertezza in cui siamo perché il mondo economico e qualsiasi impresa hanno bisogno di certezze, va bene il rischio imprenditoriale ma lo stiamo vivendo ormai da un anno» afferma il presidente di Hotelleriesuisse Ticino Lorenzo Pianezzi. Quello del 2020 è un dato che fa male «soprattutto se si estrapola il fatto che il 60% dell'albergheria non ha subito alcuna perdita, perché prettamente stagionale e aperta da marzo a ottobre. Le chiusure dell'anno scorso sono state recuperate abbondantemente grazie a un'estate meravigliosa. Il peso gravissimo è sull'alberghiera aperta tutto l'anno, con perdite che si aggirano tra il 30 e il 45%». In più, il timore fondato è che «tutto questo si replichi nel 2021, perché l'albergheria annuale soffre l'assenza di tutto il comparto congressuale e degli eventi attivo nei mesi in cui non ci sono il turismo classico o le vacanze scolastiche negli altri cantoni». Portando mancanze rilevanti, poiché «gli eventi portano ad aumentare fortemente la domanda e questo automaticamente fa aumentare i prezzi delle camere. Anche senza eventi, l'estate è stata ottima l'anno scorso. Ma non siamo riusciti ad avere i prezzi degli anni passati perché la domanda era prettamente turistica e non legata agli eventi, che muovono il mercato in un altro senso». In più, come se tutto questo non bastasse, sulle spalle dell'albergheria c'è pure il macigno rappresentato dagli Airbnb: «Sappiamo che questa piattaforma è molto piu richiesta in questo periodo di pandemia rispetto a un albergo. Il fatto che si scelga maggiormente un rustico o un appartamento è una tendenza che vedremo anche nel 2021, perché c'è paura di incontrare altre persone che non si conoscono. Questo per noi sarà un grosso problema».
Lo scorso anno, sempre in Ticino, hanno invece tenuto i campeggi. «In generale si esce quasi alla pari: globalmente si confermano i dati del 2019, addirittura vi è stato un leggero aumento degli ospiti - dice Simone Patelli, presidente dell’Associazione campeggi ticinesi (Act), che riunisce le principali strutture, e dal 1° gennaio di quest’anno presidente anche di Ticino Turismo. «Chiaramente - aggiunge - ci sono delle differenze tra le regioni. Quella del Lago Maggiore, in cui tradizionalmente i camping lavorano forte, ha subìto nel 2020 una flessione, comunque contenuta: parliamo di un meno due/tre per cento. Del resto con campeggi che di regola registrano mediamente un'occupazione piuttosto alta era praticamente difficile, se non impossibile, recuperare dopo essere stati chiusi a Pasqua e all’Ascensione per decisione dell’autorità federale. L’anno scorso nel Mendrisiotto e nel Luganese - continua Patelli - vi è stato però un incremento importante, intorno al dieci per cento. E bene, anzi molto bene è andata nei camping presenti nelle regioni discoste, penso ad esempio alle valli e alle zone periferiche».
Come gli alberghi, anche i campeggi possono oggi restare aperti. Nessuna chiusura ordinata da Berna. «Sono aperte le strutture annuali, mentre i camping stagionali lo saranno da metà, fine marzo - riprende Patelli -. Confidiamo ovviamente nella riapertura al più presto anche dei ristoranti, un settore che sta pagando un caro prezzo con questa chiusura prolungate». Un settore, quello della ristorazione, «fondamentale nell’offerta turistica: senza ristoranti non si fa turismo», sottolinea il presidente dell’Act e di Ticino Turismo. «Chi opta per il campeggio sa di doversi organizzare senza dipendere dai ristoranti e quindi anche se sono chiusi non rinuncia a trascorrere le vacanze in tenda, con la roulotte o il camper, tuttavia bar e ristoranti aperti sono un motivo in più per campeggiare in quel Paese, in quella regione», osserva ancora Patelli.
Nel 2020 gli ospiti dei camping ticinesi sono stati «soprattutto i confederati, la stragrande maggioranza, ma anche persone che per la prima volta avevano deciso di trascorrere le ferie in un campeggio», spiega il responsabile dell’Act: «Con l'auspicabile riapertura dell’intera offerta turistica e con gli allentamenti sul piano internazionale, pandemia permettendo, contiamo di recuperare anche i turisti tedeschi e olandesi. Il settore dei camping è pronto a ripartire, puntando come sempre sulla qualità e sulla sicurezza».
«Il Ticino, assieme al Canton Grigioni, è riuscito a limitare i danni. Non è rallegrante, perché comunque si tratta di una perdita ingente. Ma a marzo alcune prospettive ipotizzavano addirittura un calo dell'80%», annota da noi raggiunto il direttore del Dipartimento finanze ed economia Christian Vitta. C'è preoccupazione per il 2021? «È sicuramente iniziato in maniera difficile per via delle chiusure che conosciamo - risponde Vitta -. Il primo importante banco di prova sarà la Pasqua. Bisognerà attendere cosa deciderà il Consiglio federale per la ristorazione. Dobbiamo però tenere conto che i risultati del 2020 sono anche figli di una Pasqua completamente chiusa per il lockdown generale, se quella di quest'anno dovesse essere un po' più aperta ci potrebbe essere un dato un po' più positivo». Alla dinamica positiva riscontrata nei mesi estivi, aggiunge il direttore del Dfe, «ha contribuito pure l'iniziativa ‘Vivi il tuo Ticino’, che ha permesso ai ticinesi di riscoprire il proprio territorio in termini anche di svago, piacere e ristorazione». Sulle possibilità di replicare l'iniziativa quest'anno è però cauto: «Ci ragioneremo con i nostri partner, l'Azienda turistica ticinese e Banca Stato, perché nel 2020 era pensata per una situazione contingente e d'urgenza. Ora ‘Vivi il tuo Ticino’ è diventato un marchio conosciuto e apprezzato, l'abbiamo usato come piattaforma per cercare tutti i ristoranti che fanno asporto e l'adesione è stata buona. Bisognerà ragionare su come valorizzarlo anche nel 2021».