Azione di sensibilizzazione presso alcune stazioni di servizio di gruppi energetici multinazionali
Tre giovani attivisti per il clima hanno percorso la Svizzera in lungo e in largo, da Lugano a Berna, fermandosi scrupolosamente presso numerose stazioni di rifornimento di benzina sulla via, per una singolare azione di protesta. A ogni stazione di servizio (Shell, BP, Avia, Eni, Socar,… ) hanno esposto uno striscione che portava, a lettere cubitali, l’emblematica domanda: “È questa la nostra condanna?”.
La condanna a cui si riferiscono è quella della catastrofe climatica, inevitabile a meno che avvenga un radicale abbandono dei combustibili fossili da parte del sistema politico-economico mondiale.
Prese di mira sono infatti le società petrolifere come Shell e BP che fanno parte, come conferma una recente inchiesta del quotidiano britannico ’The Guardian’, dei 20 colossi multinazionali più inquinanti del mondo. Questi ultimi sono responsabili di oltre il 35% delle emissioni totali mondiali di CO2 e metano (importanti gas serra) legate alla produzione di energia. Dal 1965 a oggi hanno causato 480 miliardi di tonnellate di emissioni di CO2 equivalenti.