Diverse associazioni di categoria sono indignate dal comportamento sindacale
Nessun contratto collettivo (Ccl) senza un modello di pensionamento anticipato (Mpa). Era questa la richiesta dei sindacati per il settore delle falegnamerie. “Durante le trattative, i rappresentanti dei datori di lavoro hanno sempre comunicato chiaramente ai sindacati il fatto che Ccl e Mpa erano due cose ben distinte. Malgrado ciò, i dirigenti sindacali hanno imposto alle loro conferenze professionali l'approvazione del Ccl e del Mpa come un unico pacchetto”, scrive la sezione ticinese dell'Associazione svizzera dei fabbricanti di mobili e serramenti (Asfms). L'associazione aveva approvato a metà novembre il nuovo contratto collettivo: due giorni di vacanza in più e un ‘conto ore’ dal quale attingere per congedi pagati. La proposta di introdurre un modello di pensionamento anticipato era stata invece respinta a larga maggioranza.
Secondo l'Asfms i sindacati sono responsabili della mancanza di contratto: “C'era un'ultima possibilità per impedire una situazione priva di contratto collettivo. Infatti per precauzione, i tre partner contrattuali si erano accordati su un Ccl transitorio per l'anno 2021 e avevano richiesto alla Seco (Segreteria di stato dell’economia) di renderlo obbligatorio. Una soluzione tampone, utile ad elaborare soluzioni condivise nel caso di un no al Ccl 2022-2025”, si legge nel comunicato.
La questione ha chiamato in causa anche altre associazioni collegate all'edilizia. I presidenti di Holzbau Schweiz, Suissetec, EIT.swiss e AM Suisse si sono detti indignati per l'approccio adottato dai sindacati Unia e Ocst: “Insistendo sull'introduzione di un modello di pensionamento anticipato hanno provocato provocando un disastro. Ciò indebolisce un intero settore ed avrà come conseguenza che sempre più aziende straniere riceveranno ordini nel settore edile svizzero, spesso a scapito della qualità, ma soprattutto mettendo in pericolo numerosi posti di lavoro con buone condizioni salariali!”