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'Iniziare le vaccinazioni prima? Sarebbe solo per i media'

Il farmacista cantonale ticinese Giovan Maria Zanini: 'Si rischia di sprecare del farmaco. Saremo pronti per l'avvio della campagna a livello federale'

Giovan Maria Zanini (Ti-Press)
20 dicembre 2020
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«Nei giorni scorsi abbiamo valutato molto attentamente se anticipare l'inizio delle vaccinazioni prima ancora della fine dell'anno, ma abbiamo concluso che sarebbe stata puramente un'operazione mediatica che avrebbe avuto il rischio di sprecare delle dosi di farmaco». Il tono del farmacista cantonale Giovan Maria Zanini è tranquillo, ma fermo di fronte alla domanda, sottintesa, a sapere se il Ticino non stia perdendo giorni preziosi nell'attendere il 4 gennaio per cominciare a vaccinare le popolazione contro il coronavirus, visto che il vaccino della Pfizer è stato approvato già sabato 19 dicembre. «Saremo pronti per la data ufficiale indicata dalla Confederazione, ovvero il 4 gennaio – prosegue –. Chi anticipa, lo fa con vaccinazioni simboliche, che richiedono comunque di dover aprire una scatola di prodotto da 975 dosi». Siccome queste vanno usate entro 5 giorni da quando lasciano i super-frigoriferi dell'esercito, ciò significa che i cantoni come Friborgo, Lucerna o Basilea città dovranno trovare quasi mille persone disposte ad assumere il farmaco nel giro di pochi giorni. I cantoni della Svizzera centrale – che vogliono partire già questa settimana – sembrerebbero aver risolto il problema dividendosi una singola confezione, mentre Basilea si è data una settimana in più di tempo, iniziando il 28 gennaio.

Inutile organizzare qualcosa di puramente simbolico

«Organizzare un'azione simbolica, giusto per dire che lo si fa e permettere di scattare due foto e registrare un video, con un migliaio di dosi è complicato, avremmo dovuto quasi costringere a vaccinarsi gli ospiti delle case di riposo senza prima informarli a dovere. Ma vogliamo fare le cose per bene e, inoltre, il materiale per raccogliere il consenso arriverà dalla Confederazione solo dopo Natale – chiosa Zanini –. Sarebbe stato diverso se le scatole più piccole fossero state da 50 dosi», precisa Zanini, ricordando che il problema principale del preparato di Pfizer è quello di dover essere tenuto a bassissime temperature. Una volta scongelato, si avranno solo cinque giorni. «Cinque giorni per riceverlo, suddividerlo, prepararlo, distribuirlo e somministrarlo». Per questo, la prima confezione giungerà in Ticino il 4 gennaio. Le altre dosi verranno ordinate con qualche giorno d'anticipo, a dipendenza dell'utilizzo.

Il piano

«Cercheremo di fare in fretta nel tentativo di coprire, entro fine mese, il numero più elevato possibile di degenti in casa anziani. Seguirà il personale sanitario che opera in reparti Covid-19, perché non possiamo permetterci che questi professionisti si ammalino». Il passo con cui si avanzerà, avverte tuttavia Zanini, dipenderà molto dai quantitativi di vaccino che arriveranno. La Confederazione riceverà le prime 107mila dosi da Pfizer nei prossimi giorni. Circa quattromila saranno destinate al Ticino. Calcolando che i degenti nelle case di riposo sono 4'500, inizialmente non ci sarà sufficiente preparato per vaccinare tutti. Tuttavia altre 250mila fiale del dovrebbero arrivare nel corso di gennaio, «e nel frattempo speriamo che Swissmedic omologhi anche altri preparati, come quello di Moderna, che ha un tempo di conservazione più lungo, ovvero di un mese. Questo ci permetterà di cambiare marcia. Entro fine gennaio dovremmo farcela a completare questa fase». Per gestire la distribuzione, sono in fase di allestimento delle squadre mobili. Da febbraio, «l’idea è di andare dagli anziani a domicilio». 

Dopo le persone più vulnerabili e le più esposte, sarà il turno del resto del personale sanitario. La popolazione dovrà attendere e avere pazienza. Probabilmente fino ad aprile quando verranno aperti centri specializzati per la somministrazione del preparato.