L’ex consigliere federale vallesano del Plr ha condiviso responsabilità di governo con lo scomparso politico ticinese
«Era un popolare democratico classico, forgiato da studi in istituti cattolici e da letture importanti. Culturalmente parlando era sicuramente una persona di livello». Pascal Couchepin è stato per lunghi anni compagno di viaggio di Flavio Cotti in Consiglio federale. Il ritratto che ne tratteggia poche ore dopo aver saputo della sua morte è un condensato di affetto e stima che il tempo trascorso non ha diluito. «Quello che colpiva di Flavio Cotti erano la sua finezza e la capacità di affrontare le questioni con piglio sottile. È vero, a volte risultava forse un po' complicato, almeno dal mio punto di vista, ma dalla sua azione politica emergevano con chiarezza intelligenza e cultura».
Flavio Cotti, continua Couchepin, «aveva un grande charme, che però metteva in mostra solo con le persone con cui voleva intrattenere delle relazioni privilegiate. La sua passione per la politica era profonda, e ancora di più lo era quella per la politica estera. Lo ha ampiamente dimostrato negli anni in cui ha retto il Dipartimento affari esteri. Da un punto di vista più personale, sapevamo che aveva fama di essere un capo particolarmente esigente, ma allo stesso tempo sapeva prendersi cura delle persone che lo meritavano. Mi risulta che in molti serbano un ottimo ricordo della collaborazione che avevano avuto con lui».
Scendendo nel personale, Pascal Couchepin riconosce di aver avuto «buoni rapporti con Flavio, anche se contraddistinti da una certa prudenza, visto che appartenevamo pur sempre a due schieramenti diversi. Devo comunque dire di averlo sempre frequentato volentieri, perché sapeva farsi voler bene».
Infine, l’ex consigliere federale vallesano non dimentica la passione che Cotti aveva per i libri antichi e per la cultura francese: «La coltivava tornando spesso a Parigi anche dopo essere andato in pensione. Ma più di tutto Flavio amava la Corsica, un luogo che lo incantava, e che raggiungeva appena ne aveva l’occasione».