Il Gran Consiglio si spacca a metà sulla proposta di Ghisolfi (Ppd). Nel pomeriggio bocciata la piena deducibilità dei premi di cassa malati proposta dall'Udc
Non è stato un ribaltone, ma quasi. È finita in pareggio la votazione sull'istituzione di un congedo parentale di due settimane, con il rapporto di maggioranza uscito dalla Commissione sanità e sicurezza sociale firmato dal liberale radicale Giorgio Galusero che ha visto perdere pezzi man mano che il dibattito è andato avanti. Fino al 38 a 38 (con un'astensione) finale, che rimanda il tutto alla sessione di gennaio.
In entrata è Raoul Ghisletta (Ps), primo firmatario dell'iniziativa, a ripercorrere le tappe di un percorso che all'inizio «si è posta l'obiettivo di colmare la lacuna tra le 14 settimane del congedo maternità e le 20 settimane al termine delle quali viene dato il cosiddetto assegno di nascita. La nostra richiesta era di aumentare di sei settimane il congedo maternità». Era, appunto. Perché dalla commissione, con il rapporto di minoranza firmato da Nadia Ghisolfi (Ppd) è spuntata la possibilità di un compromesso: le due settimane di congedo parentale che torneranno in Aula tra un mese. Un compromesso «interessante» per Ghisletta, perché «apre uno spiraglio a una novità, aprire questa terza via è fondamentale per accompagnare in modo più moderno una famiglia dopo la nascita di un figlio».
Non la pensa così il relatore di maggioranza Galusero: «Ieri nella discussione sul Preventivo da sinistra a destra è stato detto che il momento è difficile, e che bisogna aiutare soprattutto le piccole e medie aziende. Se il parlamento dovesse accettare questa proposta si andrebbe a incidere sui salari dei dipendenti e si metterebbero in difficoltà le Pmi, in particolare gli artigiani. Il momento non è propizio dal profilo finanziario per andare in questa direzione». E annota: «In Commissione avevo avanzato la proposta di congelare questa iniziativa fintanto che la situazione economica del Cantone si sarebbe assestata, dalla collega Ghisolfi è giunta una chiusura ed è un peccato». Ghisolfi che non polemizza e resta sul punto. Vale a dire che «in Ticino c'è il più basso tasso di natalità a livello svizzero, che ha ripercussioni sul lungo termine che possono essere devastanti. Siamo favorevoli a questo congedo parentale perché la famiglia può scegliere chi può beneficiarne, ripartendosi i compiti».
L'intervento di Michela Ris (Plr) è stato già un campanello d'allarme per la tenuta del rapporto di maggioranza, che invitava a bocciare la proposta. Campanello che è suonato quando, prima di affermare che «negli ultimi anni sono stati raggiunti diversi obiettivi nella conciliabilità tra lavoro e famiglia e sono passati solo tre mesi dall'approvazione popolare del congedo paternità, in questo momento di crisi si metterebbero in difficoltà le aziende», rivela: «Di principio una parte del nostro gruppo era favorevole». Infatti, nelle dichiarazioni di voto le liberali radicali Natalia Ferrara e Giovanna Viscardi dichiarano il loro sostegno al congedo parentale. Come la leghista Sabrina Aldi, dopo che a nome del gruppo Eolo Alberti l'aveva bocciato: «Le buone intenzioni sono una cosa, la realtà dei fatti un'altra: lo dico da padre di tre figli piccoli, ma anche come datore di lavoro sarebbe difficile confrontarsi con questo prolungamento del congedo dato il momento economico».
Non ci sta Maddalena Ermotti-Lepori (Ppd): «È un compromesso ragionevole, dare ai genitori la possibilità di stare due settimane in più con il figlio appena nato è una scelta di civiltà». Rincara la copresidente del Ps Laura Riget: «Abbiamo la possibilità di tradurre in fatti l'impegno preso in campagna elettorale a favore della conciliabilità tra lavoro e famiglia, perché le parole da sole non bastano». E se il democentrista Tiziano Galeazzi rileva come «sia un'idea nobile, ma l'economia fa fatica e non vi è la certezza che questo congedo andrebbe a incidere sul tasso di natalità» il rapporto di minoranza di Ghisolfi incassa il sostegno di Verdi, Mps, Pc e Più donne. Ma non del governo.
Il direttore del Dipartimento sanità e socialità Raffaele De Rosa sgombra il campo da ogni errore di interpretazione: «Come Consiglio di Stato abbiamo inserito il declino demografico negli assi strategici di crescita e sviluppo del Cantone, perché siamo sensibili e attenti alle politiche della famiglia, e tra colo che investono di più». Epperò, «con grande rammarico» e «purtroppo» dall'Esecutivo arriva il pollice verso alla proposta di congedo parentale. «È necessario agire in vari ambiti, ed è un peccato perché questo tema sarebbe potuto rimanere sui banchi della commissione qualche mese in più per capire quali margini di manovra si sarebbero potuti creare». Non saranno mesi, ma a gennaio ci saranno i tempi supplementari. Chissà.
Nel pomeriggio bocciata la piena deducibilità dei premi di cassa malati proposta da Paolo Pamini (Udc).
Nel corso della seduta di oggi si è pure venuti a sapere delle dimissioni da deputato del leghista Fabio Badasci, inoltrate lunedì all'Ufficio presidenziale. In Gran Consiglio dal 2007, tra 2016 e 2017 è stato anche Primo cittadino del Cantone.