Vicino il picco dei contagi, ma la discesa sarà più lenta che in primavera. Diminuito il numero delle quarantene per ogni caso positivo, attualmente 1,89
In corso un incontro informativo organizzato dalle autorità cantonali, in diretta streaming, per aggiornare la popolazione e i rappresentanti dei media sulla situazione in Ticino legata alla diffusione del nuovo Coronavirus. Presenti il Medico cantonale Giorgio Merlani e Marina Lang, Responsabile del contact tracing e psicologa della Polizia cantonale.
Il Medico cantonale Giorgio Merlani insiste sulla necessità di farsi testare in caso di sintomi. «La situazione al momento sembra stabile, negli ultimi 14 giorni non c'è stata una crescita esponenziale, ancora tanti casi e stabilmente alti, ma siamo vicini al picco. Non ci sarà però, probabilmente, la discesa che si è avuta in primavera dopo il raggiungimento del picco, o quanto meno non sarà altrettanto ripida dato che le misure sono più modeste, quindi la discesa sarà più lenta: 'più di un picco si potrebbe parlare di un "colle". E non basta, per usare una metafora, scollinare, anzi non è detto che lo faremo come abbiamo fatto a marzo: occorre scendere fino a fondovalle» ha dichiarato Merlani. «Abbiamo davanti un inverno che passeremo al chiuso, se non prestiamo attenzione si rischia un secondo picco. Soprattutto sarà importante che gli ospedali inizino ad avere più dimissioni che ricoveri in modo da allentare la pressione.»
Il dato, prosegue Merlani, porta a chiedere di prestare attenzione sempre e comunque in particolare nel caso di visite in case anziani o ospedali. Ci sono ancora situazioni in cui durante le visite la mascherina viene indossata in modo errato o si pretende di entrare in troppi.
Attualmente i dati dei contagi nelle casi anziani sono circa un terzo del totale. « I numeri degli ultimi casi sono importanti, ma è bene considerare che nelle case anziani vengono effettuati più tamponi» aggiunge Merlani, «e dunque i dati non sono facilmente confrontabili». «Visti i numeri relativamente importanti abbiamo discusso con i direttori e individuata un'altra piccola stretta, riguardo al fatto di effettuare le visite in camera o nei locali di visita, per cercare di ridurre ancora il rischio. Anche in merito alle uscite è stata emessa un'ulteriore piccola stretta: le uscite saranno permessi nel perimetro della casa, invece i trasporti privati saranno da evitare in quanto ci si trova in un abitacolo piccolo e chiuso» comunica il medico cantonale.
«I test rapidi non sono uno strumento in mano alla popolazione: è fondamentale usare quelli riconosciuti e valutati in termini di qualità, poichè su Internet viene offerto di tutto, quindi bisogna diffidare: i test non vengono venduti nei negozi, ma prescritti ed effettuati dal medico» ha precisato Merlani. Oggi aperti dei procedimenti per test rapidi eseguiti e venditi illegalmente
Marina Lang: «Vi è stato un importante rinforzo del dispositivo affinchè possa durare nel tempo. Il team consta di 50 collaboratori, di cui 44 operatori per rispondere alle telefonate, tutti assunti tramite Ufficio regionale di collocamento, quindi attingendo alla disoccupazione. Il centro sistemi informatici ha sviluppato una nuova piattaforma attiva dalla prossima settimana che permetterà di avere una visione generale sull'andamento e maggiori informazioni sull'andamento». «Rispetto all'attività corrente il dispositivo permettere di evadere circa 300 casi al giorno, 2/3 in giornata, un terzo nelle rimanenti 24 ore, in questo ultimo caso soprattutto riguardo i contatti dei casi positivi», ha spiegato la responsabile del contact tracing. Sono 1898 le persone attualmente in isolamento, 3606 quelle in quarantena, l'età media delle quarantene è di circa 47 anni.
«Stiamo assistendo a una diminuzione del numero di quarantene per caso positivo, 1,89 circa 2 persone per caso positivo'»ha spiegato Marina Lang, «evidentemente un segnale che c'è un rispetto delle norme e delle disposizioni, che permette di tracciare più facilmente le persone da mettere in quarantena. Per quanto concerne i luoghi di contagio, è più difficile risalire ad essi ma è nei contesti familiari che più facilmente le quarantene diventano casi positivi: se si chiudono prima possibile i contesti familiari l'attività di tracciamento trova il suo senso».
Spiega Marina Lang: «In caso si sia stati in stretto contatto con un positivo: se si è un familiare, si va in quarantena automaticamente, altrimenti si valuta da solo se vi erano i 15 minuti di contatto, il metro e mezzo di distanza e la protezione, che sono i criteri che segue il contact tracing. Se si rientra nei criteri di rischio, ci si mette in quarantena e si aspetta la chiamata del servizio di contact tracing che fornirà fra l'altro l'attestato di quarantena da presentare al datore di lavoro. In questi 10 giorni si sorveglia il proprio stato di salute, se compaiono dei sintomi si chiama il medico di famiglia o la guardia medica che provvederà ad effettuare un tampone. Se non si sviluppano sintomi all'undicesimo giorno si può uscire dalla quarantena. Per il datore di lavoro fa testo l'indicazione del contact tracing, per le persone in isolamento fa testo il certificato medico che attesta la positività.» Riguardo la deroga all'obbligo di quarantena per i sanitari, in Ticino attualmente ciò è previsto solo per le strutture acute. Non è prevista per le case anziani.