A promuovere una petizione e a chiedere chiarezza è l'Associazione genitori non affidatari
L'Associazione genitori non affidatari (Agna) lancia un appello al governo cantonale. In tempi di Covid-19 e confinamenti occorre fare chiarezza sul diritto di visita che i genitori separati hanno a cavallo della frontiera fra Svizzera e Italia. L'obiettivo dell'Assocazione, come si spiega in una nota, è quello di evitare "incomprensioni e conflitti" tra le famiglie e le autorità, come è avvenuto la primavera scorsa. Agna ha quindi promosso una petizione all'indirizzo del Consiglio di Stato.
Di recente, fa sapere l'Associazione, alla domanda di un papà separato sulla possibilità di vedere i suoi figli, minorenni, in un Paese extra Ue, il governo italiano ha risposto in mod affermativo. "Gli spostamenti per raggiungere i figli minorenni presso l’altro genitore o comunque presso l’affidatario, oppure per condurli presso di sé -si legge nella risposta -, sono consentiti anche in ambito extra-Ue. Tali spostamenti dovranno in ogni caso avvenire nel rispetto di tutte le prescrizioni di tipo sanitario (persone in quarantena, positive, immunodepresse etc.), nonché secondo le modalità previste dal giudice con i provvedimenti di separazione o divorzio o, in assenza di tali provvedimenti, secondo quanto concordato tra i genitori. Consultare il sito del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale per verificare l’eventuale necessità di sottoporsi, al rientro, a un periodo di isolamento domiciliare di 14 giorni".
La domanda che si fa strada è: valgono le stesse condizioni anche fra Ticino e Italia? Nel caso, chiede Agna, il Consiglio di Stato pubblicherà le regole sul sito del Cantone nella pagina dedicata alle informazioni sul Coronavirus? E le comunicherà alle Preture e alle Autorità regionale di protezione?