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Da stasera scattano le nuove misure anti-Covid ticinesi

Discoteche e locali notturni chiusi (visti gli ultimi focolai). Da domani mascherine obbligatorie nei negozi. Svizzera 'paese a rischio'

9 ottobre 2020
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In Svizzera, per il secondo giorno consecutivo, i nuovi contagi hanno superato il migliaio. Non succedeva da fine marzo, quando la pandemia era al massimo della sua prima ondata. Da giorni, per la precisione da sabato scorso, il nostro paese è pure tornato a far parte delle nazioni considerate ad alto rischio Covid secondo la stessa definizione usata dall'Ufficio federale della sanità pubblica (Ufsp) per decidere le quarantene di chi rientra dall'estero: 60 nuovi casi su 100mila abitanti negli ultimi 14 giorni. Indice che era già stato superato dalla Confederazione per buona parte del mese di settembre.

Il numero di nuove persone infette segnalato ieri all'Ufsp era di 1'172, mercoledì di 1'077, con tasso di tamponi risultato positivo tra il 7,3 al 9,7%. Parametro, pure questo, in crescita dopo aver per lo più stagnato attorno al 3 o 4% nelle scorse settimane. Ieri altre 27 persone sono inoltre finite in ospedale e due, purtroppo, sono decedute.

Da lunedì i dati sembrano quindi indicare una decisa accelerazione della pandemia a livello nazionale, dopo un aumento costante, ma lineare, in corso da fine giugno. Un cambiamento di passo che potrebbe mettere in crisi anche il sistema di rilevamento del virus, con il presidente dell'Associazione dei laboratori medici svizzeri, Willi Conrad, che mercoledì spiegava come, se le forniture di test non dovessero aumentare di conseguenza al numero di casi, le scorte potrebbero esaurirsi nel giro di dieci o quindici giorni.

Il Ticino impone le mascherine e chiude le discoteche

Discoteche, sale da ballo e club chiusi da questa sera e mascherine obbligatorie nei negozi da domani, sabato. In Ticino il Consiglio di Stato dà un giro di vite alle misure anti-Covid all’indomani dell’aumento dei contagi riscontrati proprio nei locali notturni (al Seven di Lugano e alla Clava di Bellinzona). Per quanto concerne l’obbligo d’indossare le mascherine nei negozi, conferma il presidente del governo Norman Gobbi, sono previste delle sanzioni «definite nell’ambito della Legge federale sulle epidemie», in caso di mancato rispetto della disposizione adottata dal governo.

Misure necessarie, quelle decise dal Consiglio di Stato, che non preludono, per ora, a un altro lockdown. «L’obiettivo dichiarato da tempo è quello di non chiudere le attività economiche che resta l’ultima ratio se viene meno la responsabilità individuale», ha commentato Gobbi che ha ribadito che la situazione epidemiologica in Ticino non è grave come in altri cantoni, ma l’ulteriore stretta si è resa necessaria per prevenire un peggioramento ulteriore. Da qui l’appello alla responsabilità individuale e al rispetto delle misure igieniche note: disinfettante, distanza e mascherine dove è necessario.

«Stiamo vivendo una situazione che è diventata seria e preoccupante», ha spiegato da parte sua Raffaele De Rosa, responsabile del Dipartimento della sanità e socialità, rigorosamente con la mascherina. «Abbiamo una crescita dei casi positivi a un livello elevato. Ci preoccupa anche l’accelerazione degli ultimi tre giorni», ha affermato. Ricordiamo che ieri erano 40 i testati positivi in Ticino, mentre mercoledì 39. Durante il fine settimana 21 persone sono state trovate positive. La tendenza al rialzo è quindi chiara. «È cresciuto anche il tasso di positività, che è oggi fra il 5 e il 7%, rispetto all′1% delle scorse settimane, mentre a livello nazionale siamo attorno al 10%». «Deve far riflettere anche l’aumento dei casi ‘sconosciuti’, quelli dove l’origine della malattia non si riesce a decifrare: indica quanto la diffusione sia aumentata. Al rialzo anche i contagi tra le persone sopra i 60 e i 70 anni, categorie particolarmente a rischio di complicazioni in caso di contagio».

Situazione seria anche per il dottor Giorgio Merlani, capo dell′Ufficio del medico cantonale: «Siamo di fronte a un raddoppio dei positivi ogni tre giorni, un aumento inaspettato. Non si tratta di un focolaio, ma di casi diffusi, presenti sul territorio cantonale e per buona parte di questi non siamo in grado di definire l’origine del contagio. Per più della metà dei casi non siamo in grado di dire l’origine del contagio. Bisogna evitare di passare a una diffusione comunitaria, senza controllo». I motivi? Per Merlani, sarebbero fondamentalmente due: «Innanzitutto il clima. Negli ultimi giorni di settembre c’è stato un tempo brutto e freddo. Inoltre, ci sono state le vacanze autunnali in vari cantoni svizzeri, che hanno portato a una mobilità interna più pronunciata».

A Ginevra è allarme

E mentre anche in Ticino, dopo mesi di relativa calma, torna la preoccupazione (vedi articolo a fianco), a Ginevra – cantone più toccato per rapporto alla popolazione – è allarme rosso, con il medico cantonale che ieri non ha lasciato spazio all'interpretazione: «Dobbiamo agire adesso, altrimenti dovremo fare delle scelte quanto alla presa a carico o no di malati». Sotto accusa, come già indicato nei giorni scorsi dal consigliere federale Alain Berset, gli appuntamenti privati: «Le feste private, le riunioni di famiglia o gli aperitivi tra amici costituiscono una grande sfida», ha chiosato la dottoressa Aglaé Tardin. «Occorre ogni volta porsi la domanda se è possibile fare le cose con meno persone e mantenere le distanze».

Pure a Coira la pressione sta aumentando: dopo l'incremento marcato nei positivi di martedì, ieri le autorità grigionesi hanno dovuto mettere in quarantena circa 300 avventori di un club della capitale dove era presente una persona poi risultata positiva. Un ulteriore focolaio è stato registrato nel centro di transito Landhaus di Davos Laret, dove tre persone sono risultate contagiate e altre 86 sono state messe in quarantena.

Sul fronte del tracciamento, ieri è ufficialmente fallita la raccolta firme per un referendum contro l'app SwissCovid. Il comitato referendario non infatti è riuscito infatti a raccogliere le 50mila firme necessarie per chiamare la popolazione al voto. I promotori hanno lamentato lentezze da parte dei comuni e della Posta.

Finanze pubbliche in rosso

La pandemia sta intanto tingendo di rosso le finanze 2021 della maggior parte dei cantoni. Oltre al Ticino, che per l'anno prossimo stima un deficit di 230 milioni, gli effetti finanziari sono particolarmente importanti a Berna, con un ammanco di 630 milioni a preventivo. Zurigo prevede un buco di 541 milioni di franchi, una perdita all’ospedale universitario e un calo del dividendo dell’aeroporto, di cui è uno dei principali azionisti. Ginevra stima l’ammanco a mezzo miliardo, anche se – a ben vedere – per l'anno prossimo il piano quadriennale già contemplava un disavanzo di 462 milioni. Per la prima volta da 15 anni, poi, il budget del canton Vaud passa nelle cifre rosse: -163 milioni.

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