Ticino

'Il Consiglio della magistratura non giochi a nascondino'

L'avvocato ed ex pp Luca Maghetti: i preavvisi non sono una decisione, d'accordo, ma il no all'accesso agli atti sì. Ed è inconcepibile in uno stato di diritto

1 ottobre 2020
|

Fa discutere dentro e fuori il Palazzo di giustizia la decisione odierna del Consiglio della magistratura di negare ai cinque procuratori pubblici, dei quali ha preavvisato negativamente al parlamento la rielezione, l'accesso agli atti (i preavvisi non sono vincolanti, non sono una decisione, sostiene fra l'altro il Cm). «Che i preavvisi non siano una decisione è fuori di dubbio, ma si tratta in ogni caso di documenti che concernono delle persone e queste, secondo me, hanno diritto di consultarli già solo sulla base della legge sulla protezione dei dati - afferma l'avvocato ed ex procuratore pubblico Luca Maghetti -. È incomprensibile e inconcepibile, in uno stato di diritto, che dei dati, dei documenti sui quali si sarebbero basati questi duri, e per la forma inusuali, preavvisi del Consiglio della magistratura non siano accessibili ai destinatari di quei preavvisi».

Rincara Maghetti: «Il Consiglio della magistratura non può giocare a nascondino. Non mi risulta che vi siano leggi formali che glielo consentano, di sicuro non glielo consente la legge sulla protezione dei dati. Dati, ribadisco, che riguardano delle persone e alle quali devono essere forniti se ne fanno richiesta. Questa mancanza di trasparenza da parte del Consiglio della magistratura è sconcertante: un organo della giustizia che si comporta in questo modo intacca la fiducia dei cittadini e dunque la propria autorevolezza. Aggiungo che se i preavvisi non sono una decisione, lo è però quella di negare l'accesso agli atti: è una decisione, e come tale impugnabile».