Con 43 favorevoli e 30 contrari il parlamento dà il proprio via libera al consuntivo dello scorso anno. Gobbi rinvia le polemiche a giovedì
Dopo due giorni di discussione da parte del Gran Consiglio è arrivato il semaforo verde al Consuntivo 2019. Con 43 favorevoli e 30 contrari il parlamento ha quindi dato il proprio via libera ai conti dell’anno scorso. Ad accendere il dibattito in attesa del voto - scontato - sul complesso sono stati alcuni interventi durante l’analisi dei conti del Dipartimento istituzioni. Il socialista Nicola Corti, ricordando la questione dei controlli sui permessi, ha dapprima criticato l’operato, e in seguito pungolato il direttore del Di Norman Gobbi: «In altre situazioni Marina Masoni e Patrizia Pesenti hanno ricevuto ben altri trattamenti». Anche da Verdi ed Mps sono piovute critiche su Gobbi. Il presidente dell’Esecutivo, una volta biasimata la «locutoria teatralità» di Corti ha rinviato il tutto a giovedì, quando risponderà ad alcuni atti parlamentari.
Rispondendo a un’interpellanza dell’Mps sugli istituti sanitari e le indennità di lavoro ridotto, il direttore del Dipartimento finanze ed economia Christian Vitta ha comunicato che «dal 1° marzo al 30 luglio sono stati inoltrati 1’104 preannunci provenienti dal settore sanitario». Sul perché non siano state accolte, altra richiesta dell’Mps, Vitta ricorda che «la domanda parte da un presupposto non corretto: le procedure sono rette dal diritto federale e da specifiche direttive della Segreteria di Stato dell’economia, sottostanno a una verifica caso per caso e non è possibile trarre soluzioni generalizzate». L’autorità cantonale, conclude il direttore del Dfe, «è vincolata al diritto federale che regola lo strumento del lavoro ridotto».