Il Consiglio di Stato: 'Le schede sono state distrutte seguendo le norme previste dalla legge sui diritti politici'
L'emergenza coronavirus della scorsa primavera ha portato, tra le altre cose, anche ad annullare il voto per il rinnovo dei poteri comunali. Una procedura che era già in atto e che doveva concludersi domenica 5 aprile. Nella seduta del 18 marzo il Consiglio di Stato decise spostare ad aprile 2021 le nuove elezioni. Uno dei dubbi sorti in quel periodo era: cosa sarebbe successo alle schede già votate e inviate alle rispettive cancellerie comunali. La segretezza del voto, a questo punto annullato, sarebbe stata garantita? La domanda è stata posta con un'interrogazione parlamentare dalla deputata in Gran Consiglio Nadia Ghisolfi (Ppd) propio all'indomani della decisione governativa. Nelle scorse settimane è arrivata la risposta del Consiglio di Stato che in estrema sintesi spiega che la procedura di conservazione non è stata cambiata rispetto a quanto sarebbe successo se si fosse votato. "Le regole per la custodia delle schede votate non differivano da quelle applicate nelle altre elezioni o votazioni e il materiale votato doveva essere custodito in modo sicuro conformemente all'articolo 31 cpv. 1 della legge sull'esercizio dei diritti politici", scrive il governo che conferma che il materiale consegnato è stato distrutto. "L'ufficio elettorale (eventualmente per il tramite di una sua delegazione) aveva il compito di effettuare la distruzione delle schede votate". "Questa operazione - si spiega - è doveva essere effettuata tutelando il segreto di voto". I delegati delle liste avevano la facoltà di assistere all'operazione, come d'altronde a tutte le attività dell'ufficio elettorale. Non è stato segnalato nessun problema nello svolgimento di questa operazione.