Il Sisa è critico dei piani definiti dal Decs per il ritorno sui banchi: 'Poche misure volte a sostenere gli studenti dopo il difficile periodo del lockdown'
Le modalità del rientro a scuola non soddisfano il Sindacato Indipendente degli Studenti e Apprendisti (Sisa), che già alcune settimane fa aveva indicato alcune chiare lacune nei piani illustrati dal Decs per il ritorno sui banchi. "Nonostante le diverse rivendicazioni avanzate dal sindacato, il Dipartimento ha proseguito sulla strada già delineata senza considerare le richieste del movimento studentesco", scrive il Sisa in ua nota.
Le critiche del sindacato riguardano le "poche misure volte a sostenere e accompagnare le studentesse e gli studenti dopo il difficile periodo del lockdown".
Per quanto riguarda le mascherine, è stato oggi distribuito a ogni studente del secondario superiore un “set” da 10 unità, che secondo le indicazioni d'uso delle autorità cantonali dureranno verosimilmente 2 settimane: data l’obbligatorietà dell’uso delle stesse qualora non venga rispettata la distanza di sicurezza (situazione che concerne un gran numero di studenti del post-obbligo), il Sisa ritine "assurdo che esse non vengano fornite gratuitamente". Il rischio secondo il sindacato "è quello di vedere una parte del corpo studentesco (specialmente coloro che provengono dalle fasce di reddito medie-basse) riutilizzare in maniera controproducente le stesse mascherine per settimane, al fine di alleggerire le spese domestiche, compromettendo sia la loro che la salute altrui".
L'altra rivendicazione del Sisa riguarda, appunto, i problemi venutisi a creare durante il periodo della scuola a distanza. A questo proposito la richiesta è che nel corso del primo mese di scuola in presenza "ci si concentri a colmare le lacune accumulate, evitando perciò ogni attività valutativa, affinché le studentesse e gli studenti non vengano penalizzati per una situazione di cui non sono responsabili". Inoltre il sindacato si dice contrario alle pratiche di “esternalizzazione” dei corsi di recupero a cui, secondo loro, si sta prestando il Decs, coinvolgendo associazioni private e soggetti esterni al mondo scolastico. Per il Sisa non ci sono dubbi: "Le ripetizioni devono essere assicurate dalla scuola pubblica e dai suoi docenti, il cui organico - se insufficiente - può e deve essere potenziato a tale scopo".
Infine giugne anche una critica per quel che concerne il posticipo degli esami di maturità professionale. Il Sisa definisce "assurda" la decisione di recuperare questi esami nel mese di ottobre, preceduti da appositi corsi di recupero che verosimilmente si terranno durante il weekend: per molti studenti delle scuole professionali che vivono nelle zone discoste del Cantone – affermano – raggiungere la propria scuola con gli orari dei trasporti pubblici del fine settimana può risultare fortemente problematico. La richiesta al Dipartimento e alla Divisione della formazione professionale è di posticipare gli esami alla fine del semestre autunnale, in alternativa all’inizio del semestre primaverile, di modo da poter spalmare i corsi di recupero tra lunedì e venerdì, nell'arco del semestre e a settimane alterne, permettendo tra l'altro agli studenti di rientrare a scuola nel primo mese con più serenità.