Ticino

Cavalli: 'Sui grandi eventi avrei atteso ancora'

Secondo il politico e oncologo ancora troppi, oltre Gottardo, non fanno attenzione. Scetticismo sul vaccino russo: 'Una butade propagandistica di Putin'

Franco Cavalli (Ti-Press)
14 agosto 2020
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«Sulla riapertura dei grandi eventi con più di mille persone sarei stato più prudente: i dati di questi giorni sono simili a quelli di aprile e a nord delle Alpi sono in molti a non fare attenzione. Per cui avrei atteso ancora un paio di settimane». Così Franco Cavalli, oncologo e già consigliere nazionale, commenta ai microfoni di Radio Ticino la decisione del Consiglio federale di permettere di nuovo manifestazioni con più di mille persone a partire dal primo ottobre.

Casi che, tuttavia, potrebbero essere oggi sovrastimati «visto l'elevato numero di test», prosegue Cavalli. A inizio pandemia, invece «quando si sapeva poco di questo virus» è verosimile pensare che molti ammalati siano stati registrati erroneamente come affetti da un'altra malattia.

Il vaccino russo? 'Una butade'

Cavalli si è inoltre detto scettico riguardo all'annuncio enfatico di Putin riguardo il vaccino anti-Covid-19 sviluppato in Russia: «La situazione è probabilmente diversa da quanto sostiene Putin: i russi non hanno pubblicato nulla nelle riviste scientifiche e non si ha quindi idea dello stato della ricerca. Ricerca che, peraltro, in Russia è praticamente sparita. La cosa è comunque strana, dal momento che i nuovi farmaci si registrano sulla base dei risultati dei test clinici». Secondo il medico, quella del presidente russo «è una 'butade' propagandistica: in Russia sono in corso i test come altrove nel mondo. Non credo abbiamo il vaccino che risolve il problema».