Secondo il Sisa il ritorno della scuola in presenza è positiva, ma ci sono ancora importanti lacune da colmare: mascherine gratis e corsi di recupero pubblici
Bene che si torna a scuola, ma ci sono "alcune importanti lacune sulle quali è opportuno riportare l’attenzione". Il Sindacato indipendente degli studenti e apprendisti (Sisa) si dice "relativamente soddisfatto" dall'odierna decisione del Consiglio di Stato per quanto concerne l'avvio dell'anno scolastico 2020/21. Tuttavia, ritiene il sindacato, nei piani illustrati oggi a Bellinzona mancano alcune misure di tipo finanziario e scolastico. "Constatiamo come il Decs – scrive il Sisa in una nota –, pur non escludendo l’obbligo della mascherina per alcuni istituti e alcune classi delle scuole post-obbligatorie, non abbia ancora previsto la distribuzione gratuita di mascherine agli studenti che fossero costretti a indossarla o che volessero farlo per la propria sicurezza. Considerando l’impatto di una tale spesa sull’arco di un semestre (o di un intero anno scolastico), riteniamo cruciale che lo Stato garantisca la tutela della salute degli studenti, dei docenti e dei loro familiari distribuendo gratuitamente delle mascherine riutilizzabili a tutti coloro che ne avessero bisogno".
La seconda rivendicazione del sindacato degli studenti riguarda la mancata programmazione di ulteriori forme di sostegno scolastico per gli studenti in difficoltà: "Oltre agli sconti sui corsi di recupero estivi (peraltro subappaltati ad associazioni private e non garantiti su tutto il territorio), non sono infatti state previste particolari misure di accompagnamento durante l’anno scolastico per colmare le eventuali lacune formative dovute al periodo di scuola a distanza". La richiesta del Sisa al Dipartimento è quella di prevedere l'introduzione di corsi di recupero e doposcuola "pubblici, gratuiti e di qualità in tutti gli ordini scolastici per tutta la durata del prossimo anno scolastico: lo Stato deve garantire agli istituti i mezzi finanziari per realizzarli e vigilare affinché tutta la rete scolastica garantisca tali servizi senza disparità territoriali".
Inoltre secondo il Sisa gli strumenti di selezione attualmente in vigore nelle scuole post-obbligatorie andrebbero inoltre nuovamente alleggeriti, "onde evitare che 'l’onda lunga' della scuola a distanza accentui ulteriormente le disparità sociali fra gli allievi".
Per il sindacato degli studenti ciò che la pandemia ha messo in evidenza sono "le varie fragilità della scuola ticinese, confrontata con spazi e risorse insufficienti ad adempiere compiutamente alla propria funzione. Una riduzione del numero di allievi per classe, un ammodernamento dell’infrastruttura scolastica, l’introduzione strutturale di misure di sostegno scolastico come corsi di recupero e doposcuola, benché osteggiate nel recente passato poiché 'troppo costose' si rivelano oggi più che mai necessarie non solo per migliorare la qualità e la democraticità dell’insegnamento, ma anche per far fronte a una possibile recrudescenza della crisi sanitaria".