La sottocommissione preposta avrebbe trovato un accordo per l'assoggettamento all'Istituto di previdenza. Ma i condizionali sono ancora tanti
L'annosa questione delle pensioni dei consiglieri di Stato si avvia verso una soluzione? Forse. Stando a quanto anticipato dalla Rsi, nella sottocommissione parlamentare che ha il compito di rivedere il sistema si sarebbe trovato un accordo, ritenuto convincente dagli esponenti di tutti e sei i gruppi parlamentari. Questo accordo trovato "negli scorsi mesi" prevederebbe l'assoggettamento dei 'ministri' all'Istituto di previdenza del Canton Ticino, rispettando così una decisione del Gran Consiglio risalente al 2015. In questo modo, verserebbero i contributi e si regolerebbe anche il tema dei rimborsi spese. Con molti condizionali. E forse, si diceva. Innanzitutto perché, come da noi appreso da alcuni commissari della Gestione, di concreto al momento c'è poco: un rapporto arriverà sui tavoli della commissione, si dice, alla fine dell'estate. Secondo perché in gioco c'è anche l'iniziativa popolare del Partito socialista e del sindacato Vpod 'Basta privilegi ai consiglieri di Stato!', depositata in primavera forte di 8'072 firme e che chiedeva appunto l'assoggettamento del governo all'Ipct. Quanto sembrerebbe essere stato raggiunto a livello sottocommissionale sarebbe sufficiente a portare al ritiro dell'iniziativa? Dal Ps 'laRegione' non registra dichiarazioni ufficiali. Ma di nodi da sciogliere, e di condizionali, ce ne sono ancora.