Il Consiglio di Stato invita il parlamento a respingere la mozione Mps-Pop-Indipendenti che chiede di non inviare più poliziotti ticinesi al Forum di Davos
L’impiego della polizia ticinese al World economic forum di Davos "rientra nello spirito confederale di collaborazione e aiuto in ambito di sicurezza": il Consiglio di Stato ritiene pertanto "giustificato e opportuno" continuare a partecipare alla sicurezza dell'evento internazionale "tramite i propri agenti di polizia". Il governo prende posizione così sulla mozione inoltrata dall'Mps e invita quindi il Gran Consiglio a respingerla. Mozione (intitolata "Impiego della polizia al Wef di Davos: basta sprecare soldi pubblici inutilmente, vi sono altre priorità") con cui i deputati del Movimento per il socialismo-Pop-Indipendenti chiedono di non inviare più agenti della Cantonale e delle comunali alla manifestazione internazionale che si tiene ogni anno nella località grigionese.
Nel 2006 il Ticino ha sottoscritto, insieme a tutti gli altri Cantoni, l’accordo di collaborazione in ambito di sicurezza e polizia denominato Ikapol. Questo concordato intercantonale, spiega il Consiglio di Stato, è l’applicazione di quanto previsto all’articolo 57 della Costituzione federale, secondo cui "nell’ambito delle loro competenze, la Confederazione e i Cantoni provvedono alla sicurezza del Paese e alla protezione della popolazione" e "coordinano i loro sforzi nel settore della sicurezza interna". Il dispositivo del Wef, osserva quindi l'Esecutivo, "tende in primis a garantire la sicurezza di capi di governo e di persone protette dal diritto internazionale pubblico". E "il contingente messo a disposizione in base agli effettivi dei singoli Corpi cantonali di polizia è obbligatorio e viene regolato sulla base del concordato". L’accordo "prevede che un intervento Ikapol sussiste quando un Cantone non riesce a gestire un evento o una manifestazione, nonostante il supporto dei Cantoni vicini, partner di concordati o ulteriori corpi di polizia con accordi bilaterali tra singoli Cantoni, ed è quindi necessaria una procedura coordinata e rafforzata per l’impiego di forze dell’ordine". Ogni richiesta di intervento viene analizzata da un gruppo di esperti di sicurezza che valuta "la ponderazione e la commisurazione delle forze richieste per gestire un evento particolare". Il caso del Wef, annota il Consiglio di Stato, "rientra pienamente in questi parametri". Alla sicurezza dell’evento economico, politico e mediatico partecipano infatti esercito, guardie di confine e polizie cantonali.
Il concordato prevede un rimborso per ogni forza di sicurezza messa a disposizione. I Cantoni, scrive il governo, "ricevono 600 franchi al giorno per uomo: ciò vale dal momento che l’agente parte dal Cantone di appartenenza e indipendentemente dal
ritmo di gestione del personale (impiego, prontezza, riposo)". ll Ticino ha prestato per il Wef 2020 "al massimo 60 agenti al giorno, rimborsati per ogni giorno iniziato dal Cantone Grigioni, il quale copre inoltre i costi d’impiego dei veicoli ticinesi e il materiale, come pure il vitto e l’alloggio".
Il Consiglio di Stato considera la partecipazione al dispositivo di sicurezza del Forum "un'esperienza pratica importante per gli agenti ticinesi". I quali "possono confrontarsi con un evento di grande portata e con caratteristiche internazionali". Inoltre "non bisogna dimenticare che se si dovesse un giorno tenere in Ticino un grande evento di carattere sportivo, politico, economico ecc., il nostro Cantone potrà far capo al concordato Ikapol e richiedere il sostegno da parte di altri Cantoni, come peraltro è successo per l'inaugurazione della nuova trasversale alpina con i festeggiamenti 'Gottardo 16', dove numerosi agenti di polizia di altri Cantoni sono intervenuti" a supporto del nostro.
Dato che l’incontro annuale del Wef "è una delle più importanti manifestazioni in materia di politica economica e sociale a livello mondiale, che crea un indotto considerevole sia a livello di immagine che di networking, visto il pieno supporto dato dal Cantone dei Grigioni e dalla Confederazione, verificato che l’intervento ticinese è coperto dagli introiti fissati dal concordato Ikapol", il Consiglio di Stato ritiene "giustificato e opportuno continuare a partecipare alla sicurezza del Wef tramite i propri agenti di polizia".