Così in Gran Consiglio il deputato e sindacalista. Che riferisce anche di una lettera anonima: 'Sono stato minacciato di finire nel termovalorizzatore'
«La 'ndrangheta sta acquisendo in Ticino numerose attività economiche». A dirlo stavolta è un deputato al parlamento cantonale e sindacalista (Ocst), Giorgio Fonio. Non lo ha dichiarato rilasciando un'intervista a un media. Lo ha dichiarato in Gran Consiglio questo pomeriggio a sostegno della mozione - inoltrata nel 2017 insieme a un altro deputato popolare democratico, Lorenzo Jelmini, anch'egli professionalmente attivo nella Cristiano Sociale - che chiede(va) l'istituzione in seno al Ministero pubblico di una sezione di procuratori totalmente dedita al perseguimento dei reati legati al mondo del lavoro. Mozione che alla fine del dibattito Fonio ha ritirato, prevedendo l'assenza di una maggioranza nel plenum a favore dell'atto parlamentare di cui è cofirmatario. Ma clamoroso, e al contempo inquietante, è quanto il granconsigliere del Ppd ha rivelato nell'annunciare il ritiro della mozione, tornando sulla dichiarazione concernente la 'ndrangheta. «Parlo con cognizione di causa - ha detto Fonio rivolto ai parlamentari -. Ho ricevuto una lettera anonima nella quale c'era scritto che la mia strada era "quella del termovalorizzatore"». Per saperne di più la 'Regione' ha interpellato il deputato. «La lettera mi è stata recapitata qualche settimana fa, subito dopo aver presentato con Fiorenzo Dadò (presidente dei popolari democratici e granconsigliere, ndr) un atto parlamentare in cui mettevamo in guardia contro le infiltrazioni mafiose nel campo della ristorazione», afferma Fonio. Opera di un mitomane? Uno scherzo di pessimo gusto? Oppure a vergare il messaggio minatorio è stata veramente un'organizzazione di stampo mafioso? In ogni caso di minaccia si tratta, stando a ciò di cui ha riferito Fonio in Gran Consiglio.
Si diceva della mozione ritirata. «Non volevo - spiega Fonio - che con l'adesione del plenum al rapporto di maggioranza (relatore il liberale radicale Giorgio Galusero, ndr), contrario alla proposta mia e di Jelmini, passasse all'esterno l'idea che la situazione nel mondo del lavoro è sotto controllo, perché non è così. Per questo, annunciando il ritiro della mozione, ho suggerito la costituzione di un gruppo interpartitico per arrivare a proposte condivise in modo da rendere ancora più incisiva e dunque efficace l'azione della magistratura. Un obiettivo che non potrà comunque prescindere da un potenziamento dell'organico del Ministero pubblico». Il tema è sempre sotto la lente della commissione parlamentare 'Giustizia e diritti'. Due le opzioni: un procuratore ordinario in più, come prospetta il Consiglio di Stato; attribuzione di quattro sostituti procuratori pubblici, come propongono alcuni membri della stessa commissione. Da noi intervistato di recente, il procuratore generale Andrea Pagani ha invitato la politica a "finalmente" decidere.