Il direttore sanitario della Moncucco: 'Nella fase 2 le si dovrebbero impiegare quando non si possono mantenere le distanze'
Doppio zero. Oggi in Ticino la notizia sulla pandemia da coronavirus è una di quelle positive: niente nuovi contagi e niente decessi. Eppure, avverte il direttore sanitario della Clinica Luganese Moncucco Christian Garzoni, non è un "liberi tutti". Anzi, nella nostra nuova normalità dovremmo cominciare a includere anche un ulteriore strumento: le mascherine. «I numeri sono sicuramente incoraggianti – ha dichiarato a Radio Ticino Garzoni –. Zero contagi e numeri bassissimi da molti giorni significa che le misure di contenimento sono state efficaci». Tuttavia «le aperture, benvenute, non devono farci abbassare la guarda: non significa che ora possiamo fare festa. Dobbiamo essere vigilanti e precisi» nel mantenere le misure di igiene accresciuta e di distanza sociale. Quelle che hanno permesso di rallentare la diffusione del Covid-19.
E tra le misure da prendere per evitare una nuova impennata di contagi ci sarà verosimilmente la richiesta di indossare delle mascherine: «Se uno cammina per strada da solo non è necessaria, ma quando non è possibile mantenere le distanze, come su treni o bus, oppure in un ambiente chiuso magari con i flussi d'aria condizionata, la mascherina può aiutare». Lo stesso vale «in un negozio affollato».
Ascolta l'intera intervista di Angelo Chiello e Margherita Zanatta: