Ticino

Riapertura dei ristoranti: 'Cantone colto di sorpresa'

Per il Ticino la mancanza di una base legale fino a venerdì mette in difficoltà l'autorità. 'Niente più misure speciali per gli over 65'

Vitta e Gobbi (Ti-Press/Crinari)
6 maggio 2020
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La riapertura, il prossimo 11 maggio, dei ristoranti «è stata un'accelerazione da parte del Consiglio federale che ci ha colti sorpresa». A dirlo è il nuovo presidente del Consiglio di Stato ticinese Norman Gobbi durante l'incontro informativo di oggi. «Era in agenda per giugno, e si sarebbe dovuta attuare anche alla luce di quanto succederà» con le prime riaperture dopo il lockdown. «Invece a Berna si è deciso altrimenti, e a cinque giorni dalla scadenza, non vi è ancora una base legale chiara su cui lavorare: l'aggiornamento dell'ordinanza relativa alla ristorazione è infatti previsto solo questo venerdì, ovvero tre giorni prima». E con un fine settimana in mezzo. Difficile quindi per lo Stato maggiore cantonale riuscire a dare indicazioni chiare ai ristoratori. «Dovremo confidare sull'aiuto, sulla disciplina e sulla correttezza degli esercenti», ha chiosato Gobbi, non senza far rimarcare come il Cantone abbia segnalato alla Confederazione le difficoltà innescate dall'accelerazione su questo punto.

Le restrizioni dovrebbero ricalcare quanto previsto dal piano di protezione presentato ieri dal settore elvetico della gastronomia. Il condizionale è comunque d'obbligo, visto – appunto – che al momento Berna non ha ancora dato certezze. «È prevista al massimo la presenza di quattro persone per tavolo, eccezion fatta per i nuclei famigliari più numerosi – ha indicato Elia Arrigoni, responsabile dei servizi generali della Polizia cantonale –. Fondamentale sarà comunque distanziamento sociale, tra persone non appartenenti al proprio gruppo, tra clienti e dipendenti e nei loghi comuni, come i bagni. Se ciò non è possibile, allora sarà necessario prevedere dei divisori oppure utilizzare mascherine, da sostituire anche ogni quattro ore.  Si dovrà inoltre fornire i propri dati personali all'esercente: nome, cognome, numero di telefono. Dettagli che saranno conservati 14 giorni all'unico scopo di poter garantire un contact tracing qualora si riscontrino casi positivi di Covid-19». 

«I ristoranti sono luoghi di aggregazione per noi ticinesi – ha aggiunto Gobbi –. Bisognerà ora capire come questi luoghi sapranno gestire questa nuova normalità. Sarà da vedere come la clientela reagirà di fronte alle restrizioni che verranno imposte dalla nuova ordinanza».

Cadono le limitazioni sugli over 65

Da lunedì intanto c'è una certezza per i ticinesi  over 65, che potranno recarsi a fare la spesa normalmente e potranno anche «andare al ristorante». Il Consiglio di Stato – ha rilevato Gobbi – non ha infatti intenzione di rinnovare le disposizioni a loro dedicate. «Dovranno ovviamente rispettare tutte le restrizioni: al bar e al ristornate le quattro persone devono essere quattro persone e non di più».

Il passaggio di consegne tra Vitta e Gobbi

Ieri è stato anche il momento per ufficializzare il passaggio di consegne tra Christian Vitta e Gobbi dopo che il mandato del primo quale presidente del governo cantonale era stato esteso di un mese proprio a causa della pandemia. «Quando na ho assunto la presidenza del governo, potevamo contare su finanze pubbliche più solide degli anni precedenti e il Consiglio di Stato cominciava a lavorare su dei progetti. Poi però - ha rilevato Vitta alludendo all’arrivo della pandemia – le priorità sono cambiate e si è cominciato a pensare all’emergenza sanitaria e quindi a come proteggere la popolazione». È stata una presidenza «particolare, ma è stato anche un periodo in cui abbiamo sentito la vicinanza dei cittadini, che ringrazio per l’affetto che hanno dimostrato per questo cantone». Vitta ha quindi ringraziato, «per il supporto che mi hanno assicurato», i collaboratori personali, i funzionari «che sono stati al fronte», lo Stato maggiore cantonale di condotta, «tutto» il sistema sanitario e «i giornalisti per aver garantito l'informazione in un periodo veramente difficile». In governo «abbiamo raggiunto un attimo spirito di squadra, prendendo anche decisioni senza una rete di protezione». Ma bisogna decidere. «Ci siamo scoperti una comunità solidale e unità».

Dal canto suo il nuovo presidente ha osservato come «tra gli aspetti dolorosi di questo periodo vi è, per i famigliari delle vittime della pandemia, il non poter dare l’ultimo saluto ai propri cari». Un periodo «che ci ha permesso di apprendere degli insegnamenti, e apprezzare anche alcune cose, come il sistema federale, incentrato su Confederazione, Cantoni e Comuni». Non solo. «Abbiamo pure apprezzato il senso di responsabilità dimostrato dalla comunità ticinese, con il rispetto delle distanze sociali e delle accresciute misure sanitarie».  Ora si tratta di ripartire. Di ripartire economicamente. Vivendo, ha tenuto a sottolineare Gobbi, «una normalità diversa, nuova: bisogna quindi continuare a osservare distanze e norme igieniche, per evitare assolutamente di tornare a una situazione di emergenza». Ringraziando fra gli altri lo Stato maggiore di condotta per il lavoro fatto, il neopresidente del Consiglio di Stato ha concluso con un motto, che riassume più concetti: «Distanti, ripartiremo».

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