laR+ Ticino

'Mascherine, 800 per nidi d'infanzia e centri extrascolastici'

Coronavirus, così si è organizzata l'Atan: distribuzione gratuita. Il coordinatore Cusini: disponiamo ancora di 2'500 pezzi. Le direttive del Cantone per il personale

20 aprile 2020
|

Coronavirus, mascherine obbligatorie per tutti nella cosiddetta fase 2? Si attende una decisione (chiara) da Berna. Intanto in Ticino c’è chi si è organizzato e lo ha fatto da tempo. Come l'Atan, l’Associazione delle strutture d’accoglienza per l’infanzia della Svizzera italiana. Ha già distribuito, gratuitamente, «ottocento mascherine al personale dei nidi d’infanzia e dei centri extrascolastici e alle famiglie diurne», fa sapere il coordinatore dell’associazione Giordano Cusini. «Questo è stato possibile grazie all’interessamento dell’Ufficio del sostegno a enti e attività per le famiglie e i giovani, ufficio del Dipartimento sanità e socialità, e alla fattiva collaborazione dell’Associazione ticinese degli istituti sociali», dice Cusini alla ‘Regione’. Le ottocento mascherine messe finora a disposizione sono state distribuite martedì 31 marzo, il giorno seguente e venerdì scorso in modo da coprire il fabbisogno sia degli enti attivi nel Sottoceneri sia di quelli che operano nel Sopra. «Abbiamo ancora a disposizione circa 2’500 pezzi che verranno messi a disposizione, se occorrerà e sempre a titolo gratuito, nelle prossime settimane - afferma il coordinatore dell’Atan -. Finora le mascherine sono state distribuite ai nidi d’infanzia privati a noi associati e non, e in entrambi i casi unicamente a quelli che sono al momento aperti e che pertanto necessitano di queste protezioni. Ricordo che i nidi affiliati all’Atan sono più di cinquanta, la quasi totalità di queste strutture presenti in Ticino». Oltre agli asili nido, l’associazione ha fornito mascherine «a una trentina di centri extrascolastici, che si occupano della cura dei bambini al di fuori degli orari di scuola per permettere la conciliabilità famiglia-lavoro, e alle associazioni delle mamme diurne». Come scritto, l’Atan dispone ancora di circa 2’500 mascherine. Che con le ottocento già distribuite «sono il risultato di un’ordinazione fatta con l’Associazione istituti sociali, cosa che ci ha permesso di ridurre il prezzo d’acquisto: si tratta di mascherine certificate e garantite».

Nelle scorse settimane l'Ufficio del sostegno a enti e attività per le famiglie e i giovani ha indirizzato ai nidi d’infanzia, ai centri extrascolastici e alle famiglie diurne delle direttive, chiare e dettagliate, che si rifanno alle disposizioni anche del Medico cantonale. In quella del 27 marzo si afferma tra l’altro che “l’educatrice indossa la tenuta pulita del servizio (esempio: vestito da lavoro, grembiule di stoffa o grembiule usa e getta), la mascherina e, possibilmente, un copricapo". La mascherina "va tenuta per tutto il turno di giornata". Il grembiule "andrà cambiato se contaminato durante la giornata con liquidi biologici dei bambini (per esempio starnuto, sputacchiamento pappa, contaminazione durante il cambio del pannolino ecc.)". Il grembiule, in caso di utilizzo, "dovrà essere cambiato quotidianamente ed essere lavato a 60 gradi in lavatrice”. E ancora:"Durante tutto il turno" l’educatrice “rispetta scrupolosamente l’igiene delle mani, con frequenti lavaggi delle stesse e/o disinfezione con disinfettante alcolico”. Nelle situazioni “in cui vi è un potenziale contatto con liquidi biologici (feci, saliva, lacrime) l’educatrice indosserà guanti monouso". Che "saranno gettati dopo averli sfilati in modo da rivoltare la parte esterna all'interno". Prima e dopo l’uso dei guanti "le mani vanno lavate e disinfettate”. La direttiva entrata in vigore il 14 aprile dà indicazioni invece su spazi e distanze sociali da osservare nelle strutture. Distanze che non saranno tuttavia facili da rispettare con la ripresa (progressiva) di buona parte delle attività economiche e con il conseguente ritorno al lavoro di entrambi i genitori. «Aspettiamo ulteriori indicazioni dal Cantone - riprende Cusini -. Chiaramente continueranno a essere prioritarie la sicurezza dei bambini, quella delle famiglie e, beninteso, la sicurezza del personale che opera nelle strutture»