Giacomo Salvioni, presidente di Stampa Svizzera, chiede al Cantone Ticino di riconoscere il ruolo di servizio pubblico svolto dai giornali in questo periodo di crisi
La stampa scritta racconta, nel bene e nel male, la vita di una comunità; stimola il dibattito pubblico; mette nel limite del possibile un argine al proliferare di fake news, ma per fare tutto ciò ha bisogno - al pari di altre attività economiche - di risorse finanziarie per poter svolgere correttamente il suo ruolo. Risorse che derivano in primis da inserzioni pubblicitarie e abbonamenti. Il fatturato pubblicitario in calo da anni perché drenato dai giganti di Internet, in questi giorni è praticamente sparito. Con l’economia in quarantena, le inserzioni commerciali sono scomparse. Basta sfogliare un giornale per rendersene conto.
Prima dell’emergenza sanitaria derivante dall’epidemia di coronavirus (sembra un’eternità, ma era solo cinque settimane fa) è stata presentata una mozione dal deputato Lorenzo Jelmini (Ppd) e firmata anche da quasi tutte le forze politiche presenti nel Gran consiglio ticinese, dal Plr ai Verdi passando da Lega e Ps. In buona sostanza la mozione chiede che l’ente pubblico (Comuni e Cantone) privilegi la stampa locale quale veicolo per pubblicare inserzioni e avvisi. Un modo per aiutare indirettamente la stampa quotidiana e non.
«Se questo era una priorità prima della crisi del coronavirus, lo ancora di più oggi che viviamo una situazione veramente particolare», afferma Giacomo Salvioni editore de laRegione’ e presidente di Stampa Svizzera, la sezione ticinese dell’associazione degli editori. «L’invito nostro, come associazione, al Cantone è quello di utilizzare di più i quotidiani ticinesi per la comunicazione istituzionale. In queste settimane, se ne fosse ancora bisogno, abbiamo dimostrato di svolgere un ruolo fondamentale di servizio pubblico per comunicare alla popolazione le misure di igiene e di comportamento. Ogni giorno copriamo le notizie relative alla crisi sanitaria sia con l’online che il cartaceo. Insomma, è anche grazie alla stampa quotidiana se determinati messaggi delle istituzioni passano», aggiunge Salvioni che rilancia. «Sappiamo che il sostegno indiretto, grazie al contributo federale per gli invii dei giornali con la Posta, aumenterà di due centesimi per copia a partire dal 2023. Questo è il momento per esonerare del tutto e da subito dai costi postali la stampa quotidiana». Una richiesta in tal senso è stata fatta dall’associazione nazionale Schweizer Medien direttamente alla presidente della Confederazione Simonetta Sommaruga. «Il Ticino potrebbe anticipare questo aiuto che allevierebbe le società editrici di costi importanti», continua Salvioni.
Lo stesso Pietro Supino, presidente di Schweizer Medien, è intervenuto sulla stampa d’oltralpe affermando che un aiuto pubblico agli editori non dovrebbe essere più un tabou. Per molti anni - ha spiegato Supino - si è pensato che un intervento dello Stato avrebbe condizionato l’indipendenza della stampa. Oggi non è più così perché è veramente a rischio la pluralità dell’informazione sulla quale si fonda una democrazia liberale. «Si tratta - precisa ancora Giacomo Salvioni - di riconoscere in modo concreto il ruolo pubblico della stampa». Con i tre quotidiani che ancora si pubblicano in Ticino (Cdt, laRegione e 20Minuti) si raggiungono oltre 200mila lettori ogni giorno. «Mi chiedo quale altro media autorevole - nemmeno la radiotv - ha una diffusione così capillare ed efficace», precisa ancora il presidente di Stampa Svizzera. «Questa consapevolezza la Confederazione, due città ticinesi e alcuni Comuni l’hanno fatta propria. Manca all’appello ancora il Cantone”, conclude Salvioni.