L'emergenza coronavirus, i messaggi governativi urgenti, il mezzo miliardo per la Cassa pensioni... Franscella: il controllo sul governo mantenuto
«Porterò il tema nella videoconferenza in programma per domenica sera (domani, ndr.) tra l’Ufficio presidenziale del Gran Consiglio, i coordinatori di tutti i partiti presenti in parlamento e il presidente del governo Christian Vitta», dice Claudio Franscella, contattato dalla ’Regione’. Il tema? L’eventuale impiego di una parte del mezzo miliardo di franchi attualmente destinato al risanamento dell’Istituto di previdenza del Cantone Ticino (già Cassa pensioni dei dipendenti dello Stato) per sostenere un’economia, quella ticinese, in grande sofferenza a causa del coronavirus. «So di questa ipotesi per averla appresa dai media - aggiunge il presidente del Legislativo cantonale -. Chiaramente domenica non potremo prendere alcuna decisione nel merito, essendo questa di competenza anzitutto della commissione parlamentare che si occupa dell’esame del relativo messaggio del Consiglio di Stato. Considero però senz’altro opportuna una discussione d’ordine generale, quantomeno uno scambio di pareri». Nelle parole di Franscella la conferma che l’attività del Gran Consiglio non si è arrestata: «È solo rallentata». Le commissioni «possono continuare a lavorare, ovviamente ricorrendo, data la situazione, alla tecnologia: mail, chat eccetera». Peraltro «la seduta parlamentare in calendario fra il 4 e il 6 maggio non è stata, per ora, cancellata: se come Ufficio presidenziale decideremo di mantenerla, e ciò a dipendenza dell’evoluzione dell’epidemia in Ticino e dei provvedimenti sanitari che potrebbero essere adottati, si svolgerà non nella sede ’naturale’ del Gran Consiglio, ossia a Palazzo delle Orsoline a Bellinzona, ma al Lac di Lugano, dove lo spazio permetterebbe il rispetto delle distanze sociali fra i novanta deputati». Una sessione che sulla carta contempla anche l’insediamento dell’Ufficio presidenziale per il 2020-2021: si farà come ha fatto il governo che ha spostato di un mese il passaggio delle consegne fra l’uscente Vitta e Norman Gobbi? «Lo stabiliremo fra qualche settimana quando si fisserà, se del caso, l’ordine del giorno».
Pur avendo rallentato la propria attività, il parlamento «dall’inizio della crisi sanitaria è stato costantemente in contatto con il governo: mi sento quotidianamente con Vitta e cerco di agevolare il flusso delle informazioni tra l’Esecutivo, il Medico cantonale e l’Ufficio presidenziale del Gran Consiglio. Cosa che è stata fatta e si farà regolarmente con videoconferenze». Le misure sin qui decise dal governo, prosegue Franscella, «godono del pieno appoggio dell’Ufficio presidenziale e dei presidenti dei partiti». Il parlamento «non è inoltre venuto meno a uno dei suoi ruoli istituzionali: quello di controllore del governo». Concretamente? «Ho chiesto a Vitta - spiega Franscella - che l’Esecutivo qualora intenda concedere celermente i crediti, o una parte di essi, contemplati da messaggi ritenuti urgenti e già al vaglio delle commissioni, interpelli prima quest’ultime e l’Ufficio presidenziale, allargato oggi ai coordinatori dei partiti. Se le prime e il secondo daranno luce verde, il governo potrà usare eccezionalmente gli importi, sottoponendoli comunque entro tre mesi al plenum del Gran Consiglio per la ratifica formale ed esponendo i motivi per cui ha fatto capo alla procedura d'urgenza». In base alla legislazione vigente «nello stato di necessità il Consiglio di Stato potrebbe comunque liberare anticipatamente i crediti senza il consenso preliminare del parlamento, ma semplicemente informandolo. La nuova prassi è stata accettata e conferma l’unità d’intenti fra Gran Consiglio e governo».