Sulle frontiere aperte: senza i frontalieri il nostro sistema sanitario non funziona. Svizzeri all'estero: circa 8mila connazionali in attesa di essere rimpatriati
l presidente del governo, Christian Vitta: «Prima di tutto voglio dire grazie al Consigliere federale Cassis per aver appoggiato le scelte del Canton Ticino. E per averci fatto pervenire stamattina due nuovi respiratori pronti per l’uso in cure intensive». Dopo queste parole la richiesta di Vitta di un minuto di silenzio in onore delle vittime ticinesi del coronavirus.
«Uno per tutti, tutti per uno. È il motto del nostro Paese – sono le prime parole di Ignazio Cassis –. Questo motto è diventato celebre in occasione di una grave crisi a fine del XIX secolo, con enormi inondazioni che hanno colpito soprattutto il Ticino. La campagna di solidarietà avviata allora fu battezzata con questo 'uno per tutti, tutti per uno'». Poi i ringraziamenti di rigore «al Consiglio di Stato, al personale sanitario, alle commesse dei negozi di generi alimentari».
«Il Ticino è sempre al centro delle riunioni del Consiglio federale – aggiunge Cassis –. Abbiamo trovato una soluzione per consentire ai cantoni, come il nostro, di adottare misure più restrittive delle libertà personali a tutela della salute della popolazione».
Ripassando i vari fronti aperti del Dipartimento federale degli affari esteri in questo contesto di emergenza, Cassis fa un accenno agli accordi con i Paesi confinanti per quel che riguarda le frontiere: «Bisogna tenere presente che il nostro sistema sanitario non potrebbe funzionare senza l'aiuto dei frontalieri».
In conclusione del suo intervento, una riflessione del Consigliere federale ticinese: «Anche se può sembrare una contraddizione, dobbiamo essere in grado di agire velocemente nell'incertezza».
«L'ordinanza decisa settimana scorsa dal Consiglio federale – precisa Cassis– che consente ai Cantoni, a determinate condizioni, di adottare misure più restrittive rispetto a quelle decise dalle autorità federali, riguarda questo specifico contesto. Non possiamo ora assicurare di poter consentire ai Cantoni delle misure meno restrittive, qualora per esempio in Ticino la situazione dovesse progredire favorevolmente in modo più rapido rispetto al resto del Paese»
Nei prossimi giorni, informa Cassis, ci saranno dei voli provenienti dal Perù, dalle Filippine e dall'Argentina che riporteranno in Svizzera tanti connazionali varati all'estero. Attualmente, si stima, ci sono circa7-8 mila i turisti svizzeri in giro per il mondo.
Sono poche decine di aziende, conferma Vitta, quelle che hanno richiesto e ricevuto l'autorizzazione a riprendere le attività per motivi urgenti,a seguito dalle risoluzione governativa valida da oggi. Nelle decisioni delo Stato Maggiore Cantonale di Condotta, spiega Vitta «sono state coinvolte le parti sociali e non si sono verificate particolari tensioni».
Mentre per l'indennità di lavoro ridotto in Ticino sono state superate le diecimila richieste. Per quanto riguarda le fideiussioni, Banca Stato ha già concesso più di 50 milioni di franchi di crediti. In pochi giorni si stima si arriverà ai 100 milioni.
Sul fronte sanitario gli aggiornamenti arrivano dal medico cantonale: oggi si contano 58 pazienti dimessi. Per quanto riguarda i dati relativi ai ricoveri, 75 persone sono in terapia intensiva, di cui 61 intubati.