A partire da oggi a tutta la popolazione è richiesto di ridurre al minimo i propri spostamenti. Divieto per gli over 65 di andare a fare la spesa
Si aggrava ulteriormente il bilancio dei decessi per coronavirus in Ticino. Gli ultimi dati aggiornati stamane alle 8 resi noti dal governo parlano di 9 nuovi morti, portando così il totale de decessi complessivi a 37. I contagi ammontano ammontano a 939.
Sono numerose le disposizioni comunicate dal governo per affrontare l'emergenza coronavirus in Ticino: la premessa è che a partire da oggi e fino a domenica prossima 29 marzo, a tutta la popolazione è richiesto di ridurre al minimo necessario gli spostamenti. Richiesto ma non imposto. Il Consiglio di Stato precisa che è ancora possibile stare all'aria aperta, ma rispettando sempre le norme igieniche accresciute e di distanza sociale.
Per quanto riguarda i cittadini che hanno avuto stretto contatto con persone che hanno contratto la malattia, essi dovranno attenersi alle indicazioni dell'Ufficio federale della sanità pubblica e del medico cantonale. È cioè di auto isolarsi per dieci giorni. Ed è lo stesso medico cantonale che chiarisce perché la durata della quarantena cambia di fase in fase: ora dieci, prima cinque e ancora prima quattordici giorni il termine indicato: «Nella prima fase dicevamo 14 giorni perché si cercava il contenimento a tutti i costi. Preso atto che non era più possibile, l’Ufficio federale della salute pubblica è passato alla strategia della mitigazione. Ora nell’ottica di dare una frenata all’impennata dei casi chiediamo ai contatti stretti di restare in auto quarantena per 10 giorni».
Al momento in Ticino i casi positivi sono 918: di questi, 184 persone sono ricoverate con 40 pazienti in terapia intensiva (37 intubati)
Ci sono in particolare ulteriori indicazione per le persone che hanno compiuto 65 anni e per i gruppi definiti vulnerabili e quindi particolarmente esposti al rischio di complicazioni gravi che possono metterne in pericolo la vita. Per loro è disposto quanto segue:
sono esortati a restare a casa;
devono evitare di accudire minorenni;
per gli acquisti sono invitati a farsi aiutare da parenti o a usufruire dei servizi comunali appositamente organizzati per la consegna a domicilio della spesa; è di conseguenza fatto loro esplicito divieto di recarsi personalmente a effettuare acquisti;
possono uscire per motivi medici, per improrogabili motivi di lavoro nell’ambito di un'attività autorizzata e per svolgere attività motoria rispettando le norme igieniche accresciute e di distanza sociale;
possono utilizzare il trasporto pubblico solo per necessità mediche o professionali.
Sul divieto imposto agli over 65 di recarsi a fare la spesa, è il capo dello Stato Maggiore Cantonale di Condotta (Smcc) Matteo Cocchi a precisare: «Questo divieto emanato in Canton Ticino è compatibile con il diritto federale, diversamente da quanto accaduto in Canton Uri che ha dovuto ritirare il coprifuoco per le persone anziane per ordine della Confederazione». La chiave per regolarsi in questo contesto di emergenza, secondo Cocchi, è il buon senso visto che «non c’è un coprifuoco totale. Ma se abito a Mendrisio e voglio fare una passeggiata la devo fare a Mendrisio e non in Val Lavizzara». E poi l'appello: «La popolazione non deve perdere le staffe».
Come già annunciato ieri dal Consiglio federale, vale anche in Ticino il divieto per gli assembramenti organizzati o spontanei con più di cinque persone. E il presidente del governo ribadisce (con toni più paccati rispetto a quelli impiegati dal Comandante Matteo Cocchi nell'ultima conferenza stampa): «Le violazioni dei divieti possono essere punite con una multa disciplinare di fr.100.-», e più esplicitamene: «Lo Stato Maggiore Cantonale di Condotta, tramite la Polizia cantonale con le polizie comunali, vigila sul rispetto delle presenti disposizioni. In caso di mancato ossequio delle presenti disposizioni le autorità di perseguimento penale avvieranno immediatamente i procedimenti per accertare le potenziali violazioni del codice penale e/o di altre leggi speciali applicabili ai singoli casi».
L’Amministrazione cantonale rimarrà chiusa fino al 27 marzo, tranne le attività urgenti definite dal Consiglio di Stato, il quale annuncia anche la chiusura di tutte le attività commerciali e produttive private, compresi tutti gli esercizi della ristorazione, strutture che offrono servizi alle persone con contatto corporeo anche a domicilio e le strutture ricreative e per il tempo libero.
Le eccezioni, chiarisce il governo, sono le seguenti:
servizi di distribuzione di cibo (compresa la consegna a domicilio), per i quali è però esclusa la possibilità di ingresso dei clienti nei locali;
mense sociali senza scopo di lucro, mense negli ospedali e nelle case di cura, case anziani e scolastiche non aperte al pubblico;
mense aziendali non aperte al pubblico;
punti vendita di generi alimentari e di prima necessità;
punti vendita di articoli medici e sanitari;
farmacie e drogherie;
chioschi;
stazioni di servizio per l'approvvigionamento dei veicoli con carburante;
banche; uffici e agenzie postali;
funerali nella stretta cerchia familiare.
Gli alberghi che dispongono di un'autorizzazione alla gerenza per un numero superiore a 50 persone, nonché i campeggi, possono continuare a esercitare solo per accogliere personale legato alle attività permesse e alla gestione dell'emergenza a patto di non accogliere contemporaneamente più di 50 persone (personale incluso), limitare l'eventuale servizio ristorazione all’interno della propria struttura ed esclusivamente per i propri ospiti e non aprire il bar e altri servizi quali aree fitness, spa, ecc.
La risoluzione governativa stabilisce che le attività nei cantieri devono cessare immediatamente, fatti salvo i lavori necessari per la messa in sicurezza dei luoghi di lavoro. Lo Stato maggiore cantonale di condotta (Smcc) può concedere deroghe nel caso in cui esista un’evidente urgenza o preminente interesse pubblico.
«La chiusura dell’edilizia e dell’artigianato in pratica è già in vigore da mercoledì 18 marzo con il ponte deciso dal governo – afferma Vitta –. Questo vuol dire tra l'altro che in Ticino potranno entrare soltanto i frontalieri che vengono a svolgere un’attività lavorativa tra quelle definite essenziali».
L'accesso agli uffici non è ammesso per il pubblico. Un'eventuale presenza in ufficio deve essere limitata.
Le altre attività permesse, consentite e che possono rimanere aperte, in ogni caso rispettando le norme igieniche accresciute e di distanza sociale, sono:
le strutture sanitarie, sociosanitarie, studi e strutture di professionisti della salute, servizi Sacd che erogano prestazioni urgenti e necessarie come definito dal Medico cantonale e non procrastinabili a data successiva rispetto al divieto;
asili nido e servizi simili necessari;
servizi a sostegno della popolazione anziana o bisognosa, incluse le badanti;
attività del settore agricolo, di trasformazione agro-alimentare comprese le filiere che ne forniscono beni e servizi;
attività del settore chimico-farmaceutico, medicale, alimentare o indispensabili per il settore sociosanitario;
attività necessarie all’informazione e alla diffusione di contenuti, compresa la stampa dei giornali;
attività industriali che non possono interrompere immediatamente tutte le attività, autorizzate a svolgere i lavori necessari ad arrestare le linee di produzione;
tutte le attività che possono essere svolte a domicilio in modalità remota;
disbrigo delle pratiche doganali, dei trasporti internazionali e dei trasporti indispensabili da parte delle case di spedizioni;
fornitura di beni e servizi a favore delle attività autorizzate;
trasporti connessi con le attività autorizzate e la consegna di pacchi;
interventi puntuali volti a risolvere guasti, rotture, interruzione di servizi, situazioni di pericolo o altre urgenze (possono essere svolti tramite un servizio di picchetto);
interventi volti a garantire l'igiene e la pulizia di luoghi pubblici o di spazi comuni;
attività private volte a garantire la sicurezza e l’ordine pubblico;
Allo Smcc, spiega infine il governo nella risoluzione, "è comunque delegata la facoltà di autorizzare l'apertura di singole aziende o di settori di attività a fronte di evidenti urgenze o indispensabilità tecnica o preminente interesse pubblico".
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