Durissima presa di posizione di Marco Jermini, direttore uscente del Laboratorio cantonale: 'Bisogna liberarsi al più presto di chi opera in questo modo'
"In TICINO i politici hanno voluto prendere decisioni politiche (deboli dal profilo scientifico sanitario) cercando di dare la colpa agli scientifici". La dura critica al governo arriva dall'autorevole voce di Marco Jermini, direttore uscente del Laboratorio cantonale, che tramite un lungo post su Facebook mette "i puntini sulle i" nel rapporto tra scienza e politica in questi giorni di emergenza sanitaria per via del coronavirus.
"Nell’analisi dei rischi – afferma Jermini – lo scienziato ha il compito di assistere il politico presentandogli diverse opzioni per la soluzione di un problema. Questo passaggio si chiama “risk assessment”. Il politico poi nell’ambito del risk management (gestione del rischio) introduce le componenti socio-economiche che vuole per scegliere l’opzione che per lui va meglio, ma SOTTO LA SUA UNICA RESPONSABILITÀ".
Insinuando che il Consiglio di Stato non abbia voluto accogliere le proposte del Gruppo di esperti, lo scienziato sostiene che "è chiaro che se il politico non sceglie l’opzione dello scientifico DEVE ASSUMERSENE LE CONSEGUENZE, e non certo lasciare il cerino acceso in mano al suo scientifico esperto. Inoltre nel processo bisogna comunicare con tutti i partners: non tenere le cose nascoste e ammettere giorni dopo che ...".
Ma è la conclusione alla quale giunge Jermini quella che, sicuramente, farà discutere eccome: "Riassunto: Non resta che una cosa da fare: liberarsi al più presto di chi opera in questo modo. Magari anche non gentilmente".
E poi chiude, "Preciso: dico questo come cittadino libero scientifico".