Ieri il Consiglio di Stato ha inviato l'attesa circolare alle aziende. Stefano Modenini (Aiti): ‘Ci aspettiamo più informazioni e più chiarezza’
Ieri il Consiglio di Stato ha inviato alle aziende attive nel cantone l’annunciata circolare con “alcune puntuali indicazioni condivise dal medico cantonale”. Al momento, scrive il governo, “non sono ritenute necessarie delle misure di protezione specifiche come l’utilizzo di mascherine igieniche o disinfettanti, nemmeno da parte di persone a contatto con l’utenza: l’abituale e regolare lavaggio delle mani con acqua e sapone è sufficiente. Vi preghiamo pertanto di non utilizzare eventuale materiale protettivo, che va invece tenuto in riserva”. La situazione, prosegue la circolare, “viene costantemente sorvegliata”. E la popolazione, assicura il Consiglio di Stato, “sarà informata tempestivamente qualora si dovessero rendere necessarie delle misure protettive specifiche”. Quindi la raccomandazione a “voler osservare le misure di igiene personale che valgono generalmente per ogni tipo di problematica delle vie respiratorie e in particolare durante l’attuale periodo di influenza stagionale, ossia: lavaggio frequente delle mani con acqua e sapone; tossire o starnutire in un fazzoletto o, in mancanza, nella piega del gomito; in caso di sintomi influenzali (febbre, tosse, raffreddore) restare a casa”. La paginetta e mezzo alle aziende si chiude con il richiamo delle hotline ticinese e federale. Tutto qui.
«Abbiamo in effetti ricevuto la comunicazione dal Cantone da inviare alle aziende – conferma il direttore dell’Associazione industrie ticinesi (Aiti) Stefano Modenini, da noi interpellato –. La stessa tuttavia non risponde a tutti gli interrogativi che le aziende ormai ci pongono sempre più frequentemente. In particolare, se esiste un dispositivo che le aziende devono seguire nel caso in cui uno o più collaboratori manifestassero la positività al virus. E ancora, chi è responsabile dell’eventuale sospensione o chiusura parziale o totale dell’attività produttiva. La Seco – continua Modenini – indica che in caso di quarantena è il medico cantonale a dover valutare la situazione e prendere i provvedimenti adeguati, ma su questo non abbiamo certezza. Insomma, va bene ripetere da qualche giorno che bisogna lavarsi le mani e che le persone ammalate devono stare a casa, ma ora le aziende chiedono maggiori informazioni e vogliono certezze. Il Cantone deve capire che le aziende devono poter programmare uno scenario di difficoltà, non attendere che esso avvenga e poi pensare a cosa fare».