Iniziativa parlamentare di Andrea Censi (Lega) e Fabio Käppeli (Plr): chiedono di modificare la nuova legge sugli orari. “Il proibizionismo non funziona”
Non c’è pace per la nuova Legge cantonale sugli orari di apertura dei negozi (tra le 6 e le 19 dal lunedì al venerdì, le 21 il giovedì, e fra le 6 le 18.30 il sabato). In vigore da appena un mese, è oggetto di due ricorsi al Tribunale federale – uno inoltrato da Unia e l’altro da un commerciante, presentato per motivi differenti da quelli invocati dal sindacato – e da oggi anche di un’iniziativa parlamentare. L’hanno depositata due deputati: il leghista Andrea Censi e il liberale radicale Fabio Käppeli. Chiedono di abrogare le disposizioni che vietano la vendita di alcolici dopo le 19 nei giorni feriali (le 21 il giovedì, le 18.30 il sabato) e dopo le 18 durante le domeniche e i giorni festivi. Una misura che riguarda i negozi, elencati nella legge, che beneficiano di deroghe: per esempio quelli annessi alle stazioni di servizio, quelli nei camping, i chioschi con superficie di vendita inferiore ai 50 metri quadrati. Ma il divieto concerne anche “gli stand di vendita e le strutture mobili durante manifestazioni culturali, sportive o popolari, inaugurazioni, ricorrenze e anniversari”.
Per i due granconsiglieri “il proibizionismo non funziona e non ha mai funzionato”. Il divieto di vendere alcolici dopo gli orari stabiliti dalla nuova legge è, secondo Censi e Käppeli, “inutile”. Divieti “talmente inutili che non sono nemmeno compresi dalla popolazione e da chi dovrebbe rispettarli”, scrivono i deputati nell’iniziativa stilata nella forma elaborata. E con la prevenzione come la mettiamo? «Quando questi divieti sono stati inseriti nella legge sui negozi io e Käppeli non eravamo ancora in Gran Consiglio e forse il contesto di allora era un po’ diverso da quello odierno: nel frattempo – aggiunge Censi, da noi interpellato – i controlli sono stati intensificati sull’età dei potenziali acquirenti di bevande alcoliche». Afferma a sua volta Käppeli: «Ritengo che sia meglio educare anziché proibire. Un approccio responsabile al consumo di alcol non lo si ottiene con i divieti». Uno dei due ricorsi al Tribunale federale è stato fatto da un commerciante: anch’egli sollecita l’abolizione delle disposizioni che limitano la vendita serale degli alcolici. «La giustizia segue il proprio iter, noi ci muoviamo come politici – dice Käppeli –. E in quanto tali non dobbiamo per forza delegare ai tribunali scelte che possiamo prendere come politici».