In un Cantone supermotorizzato, per la prima volta dagli anni sessanta calano le autovetture in circolazione. ‘Positivo, ma le code per ora non caleranno’
Per chi fa una ‘vita in coda’ c’è una buona notizia. Per la prima volta, in Ticino circolano meno autovetture, non succedeva da decenni, come ci spiega Riccardo De Gottardi, che per 30 anni si è occupato di pianificazione del territorio e della mobilità al Dipartimento del territorio. Ma questa tregua cambierà qualcosa per i pendolari delle colonne? Avremo strade meno intasate e vetture più ‘pulite’ ed energeticamente virtuose? Nessuno ha la sfera di cristallo, ma l’esperto grazie ad una dettagliata radiografia del parco automobilistico ticinese tratteggia qualche tendenza in un cantone multimotorizzato, dove la regola è avere almeno due auto (se non tre) per economia domestica. Intanto l’infrastruttura viaria scoppia e l’aria che respiriamo profuma di carburante. La promozione delle navette aziendali, dei treni transfrontalieri, il potenziamento dei mezzi pubblici, il car pooling (condivisione di auto private tra più persone) e la promozione della mobilità lenta hanno permesso di contenere i disagi, ma non hanno risolto il problema.
Avremo meno auto in Ticino?
Dagli anni Sessanta la motorizzazione è aumentata più velocemente della popolazione, diventando causa e conseguenza dell’aumento del traffico, oggi su certe tratte cronicamente congestionato con le conseguenze che conosciamo: code, emissioni foniche ed atmosferiche, consumo energetico, incidenti, riscaldamento climatico, impatto paesaggistico. Nel 2017 la crescita della popolazione si è arrestata; un anno dopo, nel 2018, per la prima volta, il parco veicoli in Ticino è diminuito di 600 unità.
Come leggere questa tregua in Ticino che con 224mila autovetture è tra i cantoni più motorizzati?
È ancora prematuro dire se siamo di fronte ad un cambiamento di tendenza. Il segnale è sicuramente positivo poiché più il parco veicoli cresce, più la circolazione è intensa, anche se altri fattori incidono, come il flusso giornaliero di frontalieri (quasi 70mila movimenti quotidiani) che non accenna a diminuire. Pur offrendo alternative sempre più interessanti alla strada (come il costante incremento dei collegamenti ferroviari sull’intera rete, il rinnovo del materiale rotabile, il potenziamento dei servizi pubblici su gomma soprattutto negli agglomerati) è difficile cambiare le abitudini delle persone. C’è davvero molto da fare. Dal prossimo dicembre con l’apertura della galleria di base del Ceneri il salto di qualità sarà enorme.
L’elettrico è una buona soluzione ai problemi di traffico?
Cantone, Confederazione e alcuni comuni promuovono l’elettrico ma ci sono ancora diversi problemi da risolvere, come l’origine della corrente elettrica usata per costruzione, esercizio e produzione dei veicoli; il riciclaggio delle batterie, che contengono metalli pesanti; il costo delle auto è ancora molto elevato; manca una rete di distribuzione capillare e va ridotto il tempo per fare rifornimento. Oggi la disponibilità all’acquisto è ancora molto modesta. Con il tempo il profilo ambientale della trazione elettrica migliorerà, come sono stati peraltro compiuti notevoli progressi con le trazioni a benzina e diesel (emissioni di NOx, ecc.). Il problema di fondo della crescita del volume e dell’intensità del traffico non viene tuttavia risolto con un nuovo tipo di trazione.
Una tassa sulla seconda o terza auto?
Aiuterebbe a ridurre i veicoli sulle strade, dove in Ticino la regola è due (se non tre) autovetture per famiglia. Si cercherebbero alternative, optando per altre modalità di trasporto o una nuova organizzazione della giornata o una diversa scelta del posto di lavoro rispettivamente del domicilio. Se il numero di veicoli e il loro uso non cambia, ci ritroveremo con auto molto pulite, ma sempre tutti in coda.
In Ticino nessuno sembra rinunciare all’autovettura, ma per la prima volta il parco veicoli cala leggermente. «Il nostro cantone è fra i più motorizzati del Paese. Dal 2017 la crescita della popolazione si è arrestata e nel 2018, per la prima volta, anche il parco delle autovetture è diminuito. A livello nazionale invece la crescita prosegue», ci spiega Riccardo De Gottardi. Vediamo i numeri nel dettaglio. A livello svizzero, il parco delle automobili in 18 anni è cresciuto quasi del 30% (dai 3,5 milioni nel 2000 a 4,6 milioni nel 2018). Nello stesso periodo, la popolazione residente è passata da 7,2 a 8,5 milioni di abitanti, con una crescita del 19%. Un valore rilevante ma ben inferiore a quello del parco automobilistico. Da circa un’automobile ogni 2 abitanti siamo passati a una ogni 1,9. In Ticino, il trend è simile fino al 2016, seppur con una progressione inferiore. Infatti l’incremento della popolazione è stato del 14% (dai circa 310’000 abitanti nel 2000 a 354’000 nel 2018) mentre il parco delle automobili è cresciuto del 22% (da circa 182’600 unità a 224’600). Da circa un’automobile ogni 1,7 abitanti siamo giunti a una ogni 1,6. È un valore ben superiore alla media nazionale. La novità in Ticino è arrivata nel 2017, quando per la prima volta c’è stata una riduzione della popolazione residente. Meno persone significa automaticamente meno autovetture? «È prematuro per dirlo anche se i dati del 2018 sembrerebbero confermare una lieve contrazione. Rispetto al 2016 gli abitanti sono infatti diminuiti di 1’100 unità. Il parco automobilistico ha reagito nella stessa direzione ma con un ritardo di un anno: nel 2018 si è infatti ridotto di 600 unità rispetto al 2017», conclude l’esperto di mobilità.
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