Ticino

Ammonta a circa 90 tonnellate il pescato dei laghi ticinesi

Il più pescoso l'anno scorso è risultato il lago Verbano, seguito dal Ceresio. In leggero calo le catture nei fiumi e laghetti alpini

Pesca ricca sul Ceresio e Verbano (Ti-Press)
3 dicembre 2019
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Nel 2018 sono state rilasciate 4'006 patenti annuali per la pratica della pesca dilettantistica in Ticino (-2% rispetto al 2017). A queste vanno aggiunti 1'432 permessi gratuiti per ragazzi di età inferiore ai 14 anni (+14%), pure assoggettati alla compilazione della statistica di pesca. I libretti con i dati statistici sono rientrati nella misura del 94%, una quota stabile rispetto agli anni precedenti. Lo comunica il Dipartimento del territorio (Dt).

Oltre alle patenti annuali sono state emesse 1'522 patenti turistiche (validità di 2 o 7 giorni consecutivi). La percentuale di libretti ritornati per questa categoria di patenti permane alquanto modesta (46%), i dati raccolti risultano pertanto meno significativi.

Di seguito sono presentati in forma riassuntiva i dati relativi alle catture effettuate con le patenti annuali. Gli stessi possono essere consultati al sito www.ti.ch/pesca, sotto la scheda “Pesca”. Quelli concernenti il pescato realizzato con patenti turistiche, considerata l’esigenza di mantenere una confrontabilità con gli anni precedenti, sono stati elaborati e considerati separatamente.

Nel lago Verbano pescati 44,7 tonnellate di pese

Il prodotto complessivo della pesca professionale nel 2018 è stato di 44,7 tonnellate, in leggero aumento rispetto all’anno precedente (+6%). Lo sforzo di pesca esercitato dai pescatori professionisti mostra un leggero calo sia nel numero di giorni di pesca effettuati (-2,8%) che nel metraggio delle reti posate (-6%). La composizione specifica del pescato non ha rivelato stravolgimenti rispetto agli anni precedenti, confermando la situazione di sostanziale stabilità che caratterizza questo lago. La specie più abbondante nelle reti continua ad essere l’agone (18,3 tonnellate, -8% rispetto al 2017), seguito dal coregone (14,1 tonnellate, +14%) e dal pesce bianco (6,5 tonnellate, +13%), quest’ultimo composto in buona parte dal gardon (3,6 tonnellate, +1.4%). Le altre specie maggiormente prelevate sono risultate il pesce persico (2 tonnellate, +90%), il lucioperca (1,1 tonnellate, +35%), le trote (1 tonnellata, +15%) e il luccio (0,6 tonnellate, +14%). Come di consueto, le oscillazioni rientrano nell’ambito della normale variabilità ambientale e sono da ricondurre in buona parte a differenze nel successo della riproduzione naturale da un anno all’altro. Sul fronte delle specie esotiche a carattere invasivo, le catture con reti di siluro si sono attestate a 0,6 tonnellate, nuovamente in crescita rispetto all’anno precedente (+42%). Seppur su numeri molto modesti, anche l’acerina sta facendo registrare una tendenza all’aumento (60 chilogrammi, +14%).

Il pescato dilettantistico si è attestato a 4,3 tonnellate, in aumento rispetto all’annata precedente (+13%). Tale incremento del pescato non è da ricondurre a una maggiore attività dei pescatori (-4,6% nelle giornate di pesca, -10% nelle ore effettuate), ma va ricercata in un migliore sfruttamento e disponibilità della risorsa ittica. Le specie maggiormente sfruttate dai dilettanti sono state il luccio (1 tonnellata, +21% rispetto al 2017) e il pesce persico (1 tonnellata, +125%). Il coregone ha fatto registrare 0,7 tonnellate, in calo del 31% rispetto al 2017. A seguire troviamo l’agone (0,6 tonnellate, +7%) e le trote (0,4 tonnellate, +8%). Le altre specie mostrano tutte dei pescati inferiori a 0,2 tonnellate e rappresentano una frazione minoritaria delle catture totali. Le catture di siluro da parte dei dilettanti si attestano a 62 chilogrammi, alquanto stabili dall’inizio della raccolta dati di questa particolare specie nella statistica cantonale.

Lago Ceresio

Nel 2018 la pesca professionale nel Lago di Lugano ha portato alla cattura complessiva di 25,7 tonnellate di pesce, risultato superiore del 16% a quello del 2017. Lo sforzo di pesca è risultato leggermente inferiore rispetto all’anno precedente (-2% nelle giornate di pesca, -8% nel metraggio delle reti posate), il che sta a indicare come l’aumento del pescato sia da ricondurre principalmente a un aumento della produttività del lago.
La specie maggiormente prelevata dai pescatori con reti è stata il gardon con 10,3 tonnellate (+6% rispetto al 2017), seguita dal lucioperca con 5 tonnellate (+172%), dal pesce persico (3,8 tonnellate, -0,5%), dai coregoni (1,3 tonnellate, -29%), dalla tinca (0,9 tonnellate, -28%) e dalle trote (0,8 tonnellate, +49%). Le variazioni nello sbarcato totale dei professionisti evidenzia una situazione di sostanziale stabilità rispetto agli anni precedenti, eccezion fatta per il gardon e il lucioperca: il primo fa registrare un nuovo massimo nella progressione che lo vede in continuo rialzo dal 2011 a oggi, mentre che la disponibilità del secondo è decisamente aumentata dopo alcuni anni caratterizzati da catture relativamente modeste. Sul fronte delle specie esotiche, il siluro continua a far registrare catture sporadiche (22 chilogrammi), mentre che l’acerina risulta ancora assente dall’intero bacino lacustre del Ceresio.

Il pescato dilettantistico è risultato pari a 13,3 tonnellate, il che rappresenta un aumento del 71% rispetto all’anno precedente ed eguaglia l’ottimo risultato riscontrato nel 2015. Anche lo sforzo nel prelievo ha subito un forte incremento in risposta alla grande disponibilità di pesce, con aumenti del 25-30% sia nei giorni di pesca che nelle ore effettuate. Le specie che maggiormente hanno condotto al risultato positivo del 2018 sono il pesce persico (8,5 tonnellate, +122% rispetto all’anno precedente) e il lucioperca (2 tonnellate, +108%). Picchi di questo ordine di grandezza nel pescato dei percidi non rappresentano una novità per il Ceresio e si presentano generalmente a scadenze triennali (precedentemente nel 2015 e 2012). Tutte le altre specie mostrano pescati inferiori a 1 tonnellata e in ragione dei piccoli quantitativi sono caratterizzati da variazioni percentuali alquanto marcate: carpa (0,9 tonnellate, +485%), coregone (0,5 tonnellate, -70%), luccio (0,4 tonnellate, -4,7%), trota (0,3 tonnellate, -18%). La modesta presenza di pesci pelagici come il coregone e la trota, così come la grande abbondanza di gardon e pesce persico riconfermano la grande dominanza delle specie litorali nelle acque del Ceresio; uno stato, questo, che perdura ormai da decenni. Sul fronte delle specie invasive, nel 2018 sono stati catturati 28 chilogrammi di siluro (a fronte di un solo chilogrammo nel 2017), verosimilmente in risposta all’accresciuto interesse rivolto a questa specie da alcuni dilettanti in zona Caslano e nel Golfo di Agno. Al momento attuale è ancora prematuro asserire che il siluro sia in espansione nel lago di Lugano, in quanto le catture operate dai dilettanti sono ancora troppo sporadiche e non si riscontra un aumento delle catture nelle reti dei professionisti. Anche presso i dilettanti si conferma l’assenza dell’acerina dal bacino lacustre del Ceresio.

Corsi d’acqua

Nel 2017 le catture nei corsi d’acqua avevano fatto registrare un picco, in chiara controtendenza rispetto all’andamento generale degli anni precedenti. Al fine di fornire una chiave di lettura più rappresentativa, i risultati del 2018 vengono quindi confrontati con la media del periodo 2015-2017.
Nel 2018 le catture nei corsi d’acqua si sono attestate a 29'447 salmonidi per complessivi 6'760 chilogrammi, il che rappresenta un calo del 5-6% rispetto al triennio precedente. Lo sforzo di pesca prodigato sui fiumi del nostro Cantone ammonta a 58'466 ore distribuite su 27'010 battute, il che corrisponde a un calo del 5%. Il successo della pesca complessivo nei corsi d’acqua del Cantone si è attestato a 0,5 pesci all’ora di pesca, in sintonia con i valori riscontrati nel triennio 2015-2017.
L’unico comparto che ha fatto registrare un marcato aumento nel numero di catture è quello del Ticino (Brenno escluso, 14'385 catture, +15%), mentre che tutti gli altri comparti fluviali – Brenno, Gambarogno, Isorno-Melezza, Maggia, Mendrisiotto, Sottoceneri, Verzasca – hanno mostrato variazioni nel numero di catture che oscillano tra il -37% (Mendrisiotto) e il +2% (Gambarogno). Considerato il fatto che il numero di catture conseguite non è rappresentativo della disponibilità di pesce, ma deve forzatamente tenere conto dello sforzo di prelievo prodigato in un determinato comparto, si può desumere che il successo di pesca nel comparto del fiume Ticino (senza Brenno) è aumentato dell’8% (0,49 pesci all’ora di pesca nel 2018). Negli altri comparti fluviali, il successo dell’attività di pesca ha mostrato variazioni comprese tra -14% (Brenno) e +46% (Gambarogno).
I dati di dettaglio dei singoli settori indicano dei risultati molto diversificati e spesso discordanti tra di loro, anche a causa della variabilità che tipicamente contraddistingue i piccoli numeri: la tendenza degli scorsi anni che vede una generale diminuzione della pressione di pesca e delle catture nei settori di bassa quota permane, con lo spostamento dei pescatori verso le quote più elevate. Almeno per quanto concerne i settori più montani, a seconda del comparto si constata un parziale ritorno dei pescatori sulle aste principali dei fiumi a scapito dei loro affluenti.

Laghi alpini e bacini vari

Le catture nei vari bacini e laghi alpini del Cantone sono risultate pari a 25'418 salmonidi (-8% rispetto al 2017), per un peso complessivo stimato di 5'424 chilogrammi (-1,9%). Lo sforzo di pesca complessivo in questi ambienti si è attestato a 71'723 ore, in aumento del 2,9% rispetto all’anno precedente.
L’ottantina di bacini situati al di sopra dei 1'200 metri d’altitudine ha totalizzato 17’515 pesci, in leggero calo rispetto all’anno precedente (-6%). Il peso corrispondente stimato si attesta a 3'487 chilogrammi (-3,5%). La flessione riscontrata non è accompagnata da un calo nell’attività dei pescatori, in quanto quest’ultima si dimostra in aumento del 5% rispetto al 2017. Dai restanti dieci bacini situati al di sotto dei 1'200 metri di quota sono stati prelevati 7’903 pesci, un quantitativo numericamente in calo del 12% rispetto al 2017. Va tuttavia sottolineato che il peso corrispondente stimato si attesta a 1'938 chilogrammi, sostanzialmente lo stesso dell’anno precedente (+1,3%). Lo sforzo di pesca nei bacini siti a bassa quota ha raggiunto le 19’870 ore di pesca (-2,9%). Si può quindi concludere che a livello cantonale i pescatori abbiano prediletto maggiormente i laghi alpini in alta quota a scapito dei bacini situati al di sotto dei 1'200 metri, conseguendo un numero inferiore di catture, ma di dimensioni generalmente maggiori a quelle dell’anno precedente.

 

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