Ticino

Tutele, si riaffaccia il modello giudiziario

La commissione parlamentare sente il Gruppo di progetto. Lo scenario ipotizzato: almeno cinque nuove Preture specializzate nel diritto di protezione

3 dicembre 2019
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Riorganizzazione del settore tutele e curatele in Ticino: il modello giudiziario torna d’attualità. È quanto emerso ieri dall’audizione, da parte della commissione parlamentare Giustizia e diritti, di una delegazione del Gruppo di progetto designato dal Consiglio di Stato col compito di ridefinire ruolo e competenze delle strutture pubbliche che si occupano di protezione del minore e dell’adulto. I deputati, indica in una nota la commissione diretta dal socialista Carlo Lepori, hanno sentito la responsabile della Divisione giustizia (Dipartimento istituzioni) Frida Andreotti, coordinatrice del gruppo, il segretario di quest’ultimo e capoprogetto Cristoforo Piattini (Divisione giustizia) e il giudice Franco Lardelli, presidente della Camera di protezione del Tribunale d’appello, chiamata a deliberare su reclami e ricorsi contro i provvedimenti adottati dalle Autorità regionali di protezione (Arp), vigilando nel contempo sulla loro attività.

Uno degli scenari che il Gruppo di progetto sta valutando contempla almeno cinque nuove Preture, sparse sul territorio cantonale: Preture ad hoc, con competenze in materia di diritto di protezione, attualmente attribuite alle Arp. In ognuna un pretore e due specialisti in campi come quello sociale o quello pedagogico decideranno le misure del caso. Addio dunque al modello amministrativo, che è poi quello vigente, e in particolare al ventilato correttivo, cioè la ‘cantonalizzazione’ del settore (attualmente, con le Arp, in mano ai Comuni)? «Resta una delle ipotesi al vaglio del gruppo – precisa Frida Andreotti, interpellata dalla ‘Regione’ –. Abbiamo però constatato che il modello amministrativo pone oggi dei problemi: all’estero non vengono riconosciute le decisioni delle Arp, proprio perché sono autorità amministrative e non giudiziarie. Dai nostri approfondimenti, inoltre, è emersa anche una non rara sovrapposizione, riguardo alle misure di protezione per i minori, fra le decisioni delle Preture civili e quelle delle Arp. Ricordo poi che la legislazione federale tende sempre di più a demandare a un giudice le decisioni in materia di diritto di protezione». Ed è anche per questi motivi, aggiunge Andreotti, confermando quanto da noi appreso, «che stiamo approfondendo uno scenario che contempla perlomeno cinque nuove Preture specializzate, distribuite sul territorio (la prossimità con i cittadini è un aspetto molto importante in questo settore), con un organo che le coordini. Le valutazioni sono tuttavia ancora in corso. Per la fine del prossimo gennaio contiamo di sottoporre al governo un rapporto con considerazioni su entrambi i modelli, giudiziario e amministrativo, affinché l’Esecutivo possa scegliere, con cognizione di causa, uno dei due». Prima dell’estate 2020 il governo dovrebbe mettere in consultazione una bozza di messaggio sulla nuova organizzazione.