L'approfondimento

L'insonnia nei giovani? 'È colpa delle chat'

Stando al neurologo Silvano Vella almeno il 10% dei ragazzi ha già avuto problemi a dormire perché 'il loro cervello è troppo ativo'

Ti-Press
28 novembre 2019
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«In Svizzera sempre più giovani soffrono di insonnia, hanno problemi sia ad addormentarsi sia a mantenere il sonno durante la notte. È un fenomeno nuovo. Almeno il 10% dei giovani ha avuto almeno una volta nella vita problemi di insonnia», spiega il dottor Silvano Vella. Di questo tema avevamo già riferito lo scorso lunedì. Il neurologo che lavora all’istituto di neurologia infantile all’ospedale Lindenhof di Berna, presiede il neonato Gruppo di studio svizzero di medicina del sonno in età pediatrica.

Al laboratorio del sonno dell’ospedale, il neurologo specializzato in problemi di insonnia infantile, visita ogni settimana in media dieci giovani. «Aumentano i casi anche perché i ragazzi la sera trascorrono troppo tempo in camera con l’elettronica che siano videogiochi, chat, televisione. Troppi stimoli, e quando vogliono dormire il loro cervello è troppo attivo», spiega alla Regione l’esperto. Era all’ospedale Civico di Lugano per un simposio sull’insonnia, organizzato dal Neurocentro della Svizzera italiana. Lo abbiamo incontrato.

Iperattivi e la notte non dormono

«Medici di famiglia e pediatri ci inviano giovani pazienti con problemi di concentrazione ed iperattività. Spesso dietro a questi atteggiamenti, facendo qualche domanda, scopriamo che ci sono difficoltà a dormire», spiega il medico. Un problema sottovalutato: «Spesso i medici dimenticano di analizzare come dormono i ragazzi, serve più attenzione alla qualità del sonno dei pazienti». Sul banco degli imputati è la tecnologia in camera da letto. Chiediamo al neurologo se e come riescono ad aiutare i giovani: «Spesso recuperando un buon sonno migliorano anche i problemi di memoria, concentrazione, iperattività, insomma migliora lo stato di salute generale».

È urgente fare sensibilizzazione. Definire i nuovi problemi del sonno in pediatria e condividere queste informazioni con genitori e medici è infatti l’obiettivo del neonato Gruppo nazionale di insonnia pediatrica, formato da pediatri (neurologi, psichiatri, pneumologi) abilitati a lavorare in un laboratorio del sonno. Infatti il Gruppo fa parte della Società di medicina del sonno che conta 400 medici in Svizzera.

I problemi di insonnia nei minori, secondo l’esperto, sono sottovalutati dai medici di famiglia e dai pediatri. «Tante conoscenze sono ignorate. Ad esempio oggi sappiamo che oltre la metà dei bambini ‘down’ ha problemi di respirazione notturna. Le conseguenze vanno dall’ipertensione arteriosa ai problemi di concentrazione, dalle difficoltà scolastiche alle infezioni nella gola, perché respirano con la bocca anziché con il naso (respirazione orale)».

Ci sarebbe molto da insegnare. Infatti il neurologo, da dieci anni, tiene corsi agli studenti di medicina all’università di Friburgo sul sonno e le ripercussioni sul cervello: «È molto importante imparare l’importanza del sonno e le conseguenze della sua privazione». Secondo l’esperto serve più impegno nella formazione. «Abbiamo da giugno una nuova normativa che prevede una formazione in medicina del sonno riconosciuta dalle casse malati e dall’autorità. In altri paesi, c’è da 20 anni. Molti tra gli esperti in Svizzera si sono formati in Australia».

(Più informazioni sul sito: www.swiss-sleep.ch).

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