Le prospettive della carta stampata secondo Stefano Gazzaniga (viscom) che sulla formazione degli apprendisti dice: ‘Ci mancano ragazzi’
«Immaginiamo di entrare in un negozio senza più nulla di stampato: vino senza etichetta, imballagli bianchi, proprio zero». Stefano Gazzaniga, vicedirettore di viscom Svizzera, l’associazione dell’industria grafica, ci propone questa immagine per iniziare a ragionare sul presente e sul futuro della carta stampata. «Sarebbe poco probabile – aggiunge –, soprattutto quando l’obiettivo del marketing è quello di riuscire a identificare il cliente con il proprio prodotto. La carta stampata è ancora uno strumento di comunicazione forte, ecco perché sono certo che non scomparirà mai».
Anche se si continua a parlare della “minaccia” della digitalizzazione?
Come in tutti i settori i cambiamenti fanno paura: l’avvento della digitalizzazione crea qualche preoccupazione e molti cercano di combatterla. Il digitale invece può e deve essere una grande occasione. Bisogna considerare che l’industria grafica è ancora profondamente attaccata a Gutenberg. Ma il mondo sta cambiando. Oggi la tipografia fatica a dare valore aggiunto al proprio prodotto perché uno dei pochi argomenti di vendita utilizzato è il prezzo. Bisogna trovare delle soluzioni per permettere al prodotto stampato di crescere e di aumentare la propria redditività. Invece di combattere la digitalizzazione, la dobbiamo sfruttare. Anche noi, che facciamo un prodotto “statico”, possiamo cercare di renderlo vivo attraverso il digitale: catturiamo l’attenzione del lettore con il cartaceo e inseriamo dei codici Nfc nella carta oppure con la realtà aumentata possiamo offrire dei contenuti video, immagini 3D, fumetti, informazioni supplementari e molto altro. Così facendo si allunga la vita del prodotto, aggiornando i contenuti digitali in qualsiasi momento.
L’industria grafica ticinese è aperta a recepire questo messaggio?
Noi come viscom cerchiamo di far passare il concetto. Attualmente sono ancora dei prodotti di nicchia, ma prima o poi i clienti si accorgeranno dei molti vantaggi di queste tecnologie. Noi cerchiamo di sensibilizzare i nostri affiliati: non c’è solo il prodotto cartaceo, esiste anche altro a cui lo si può combinare.
E di cosa altro si occupa viscom?
Oltre a curare gli interessi del settore con il partenariato sociale, come associazione il nostro core business è la formazione degli apprendisti. Attualmente ci sono cinque percorsi formativi nell’ambito tipografico: il poligrafo, il tecnologo dei media (nuova formazione partita lo scorso mese di settembre), l’operatore postpress, l’interactive media designer e la formazione biennale come assistente alla stampa e all’allestimento. In particolare l’interactive media designer è una formazione tecnica che può adattare il digitale al mondo della carta stampata, una professione pensata per dare una svolta all’industria grafica.
Questi giovani riescono poi a entrare nel mondo del lavoro?
Purtroppo ci sono più posti disponibili rispetto ai giovani interessati alle nostre professioni. E con i numeri attuali non riusciamo a garantire il ricambio generazionale in Ticino. La mia impressione è che ci sia paura che queste professioni scompaiano. Invece ci sono delle buone prospettive. Chiaro che l’impegno dei ragazzi durante la formazione deve essere elevato.
L’ultima domanda è di rigore: cosa si fa per l’ambiente nel vostro settore?
Il prodotto stampato è uno dei pochi completamente riciclabile. Si può riciclare la carta fino a sette volte senza problemi e le questioni del disboscamento sono risolte con la certificazione Fsc, che attesta una gestione responsabile delle foreste. In Svizzera il 98% della carta è certificata. Il paragone tra digitale e cartaceo dal punto di vista ecologico è nettamente a favore dell’industria della carta.