Tramite una mozione il deputato liberale radicale chiede al governo di tornare 'a modalità degne di uno Stato di diritto e non di polizia'
"Dal Dipartimento delle Istituzioni e dalla Sezione della popolazione vi è in atto una strategia antistranieri a tutto campo, inclusi quelli benestanti (globalisti compresi)". La denuncia arriva tramite una mozione del deputato Plr Matteo Quadranti. Stando all'atto parlamentare del granconsigliere liberale radicale lo spunto della mozione è partito da un recente scritto dell'Aiti e della Camera di Commercio al Consiglio di Stato, in cui si lamenta la strategia antistranieri che danneggia lo sviluppo dell’economia ticinese e delle sue imprese. Secondo Quadranti "sarebbero centinaia i casi trattati da fiduciari e avvocati di cittadini stranieri ai quali viene revocato il permesso B e viene rifiutato il permesso C per ragioni bagattellari".
Ma la denuncia di Quadranti non si ferma lí: ci sarebbero, afferma il deputato, "decine di casi di persone che ricevono continuamente visite di ausiliari di polizia e di impiegati comunali il mattino presto per verificare che cos’hanno nel frigorifero e quale biancheria hanno nei loro armadi. Si tratta, come detto, di liste di persone, anche buoni contribuenti e residenti da diversi anni e che mai hanno dato problemi". Questa sarebbe inoltre la spiegazione di perché per ricevere il permesso C passano da 6 a 12 mesi, mentre qualche anno ci volevano soltanto 1 o 2 mesi.
Ció che in sostanza Quadranti chiede con la sua segnlazione è che "il Governo indichi a chiare lettere quale sia la strategia, gli obiettivi e le misure che intende attuare in questo contesto e se non sia il caso che il Consigli di Stato ri-orienti la politica verso i lavoratori stranieri in Ticino condotta dal direttore del dipartimento". L’auspicio dell'autore della mozione è che si torni almeno al rispetto di tempistiche di evasione delle richieste di permessi e rinnovi in tempi decenti "e con modalità proporzionate degne di uno Stato di diritto e non di polizia".