Ticino

Lega alle Federali: candidatura Ghiggia quasi matura

Sempre più sicura la candidatura del leghista per il Consiglio degli Stati. Di nuovo in lizza gli uscenti Quadri e Pantani al Consiglio nazionale

1 luglio 2019
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Appare sempre più sicura la candidatura del leghista Battista Ghiggia per il Consiglio degli Stati alle prossime elezioni federali, anche se per l’ufficialità bisogna ancora attendere. Il diretto interessato non ha ancora sciolto le riserve e nessuna decisione è stata formalizzata ieri dopo l’incontro nel quartier generale di via Monte Boglia a Lugano. I colonnelli e i membri del gruppo parlamentare si sono dati appuntamento nel tardo pomeriggio: un paio d’ore di valutazioni dedicate in gran parte all’appuntamento di ottobre con le urne. Si sta però ancora lavorando sugli otto nomi da inserire nella lista per il Consiglio nazionale: certa la ricandidatura dei due uscenti Lorenzo Quadri e Roberta Pantani, si vuole evitare che gli altri petali della ‘rosa’ siano soltanto di accompagnamento. L’obiettivo è di presentare la lista per la Camera bassa del tutto equilibrata fra candidature maschili e femminili. Il rafforzamento del blocco a sinistra, così come la possibile congiunzione al centro fra Ppd e Plr, non fanno dormire sonni tranquilli nemmeno a destra e pertanto sono necessari profili di un certo peso. Alla Festa del 1° di Agosto, che la Lega organizza quest’anno a Chiasso, si intende arrivare pronti per mobilitare al meglio la base. Ecco perché la comunicazione dei candidati per entrambe le Camere dovrebbe avvenire prima, verosimilmente sull’edizione del ‘Mattino della Domenica’ del 14 luglio. Non è nemmeno escluso – ci dicono i ben informati – che Ghiggia decida di dirsi disponibile alla corsa per la Camera alta ancor prima, visto che il suo nome è... caldo, utilizzando un termine appropriato al periodo. Ieri l’incontro è stato pure occasione per approvare il decalogo per le elezioni federali, che farà da programma di legislatura per gli eletti. Fra questi il no all’accordo quadro con l’Ue, il rafforzamento della preferenza indigena sul mercato del lavoro, una politica migratoria autonoma con lo stop a nuovi centri asilanti in Ticino, valichi doganali da presidiare costantemente, no all’innalzamento dell’età dell’Avs e la creazione di una cassa malati unica e pubblica, con il sì al plafonamento del premio al 10% del reddito delle economie domestiche.