Presentata la lista di ecologisti e sinistra alternativa che si congiungerà col Ps. Obiettivo un seggio al Nazionale, raddoppiando l'area rossoverde
Che sia uno «sbocco naturale» come detto da Enrico Borelli in apertura dei lavori, che sia «un’avventura entusiasmante» come sentito da più voci – sul palco e in sala – questa sera a Bellinzona la presentazione della lista di Verdi e sinistra alternativa, composta oltreché dagli ecologisti da Partito comunista e Forum alternativo, ha dato una scossa a sinistra del Partito socialista. Un Ps con cui congiungerà la propria lista. L’obiettivo? Fare un secondo seggio come area rossoverde in Consiglio nazionale. Ma perché questo secondo seggio sia appannaggio loro, dovranno fare la metà più uno dei voti del Ps. Obiettivo possibile? Stando all’atmosfera di stasera, «sì, è possibile» dicono in molti.
A battagliare per il raddoppio d’area ci saranno Greta Gysin, Jessica Bottinelli, Fabiano Cavadini ed Erika Franc per i Verdi; Angelica Forni e Lea Schertenleib per il Pc; Franco Cavalli e Beppe Savary per il Forum alternativo. Con un programma condiviso «frutto della nostra volontà di dare risalto a quanto ci accomuna, rispetto a quanto ci divide». Un riassunto lo fa il verde Nicola Schönenberger: «Solidarietà, tolleranza, uguaglianza, giustizia e sostenibilità, sia essa sociale, ecologica e ambientale». Un programma che, nel dettaglio, chiede «un mercato del lavoro più giusto, dove i salariati possano beneficiare di condizioni di lavoro dignitose e i disoccupati non finiscano nel dimenticatoio», spiega per il Forum Damiano Bardelli. Il quale auspica anche «un salario minimo legale, uno stop agli sgravi fiscali a pioggia, un no all’Accordo quadro con l’Unione europea e alle politiche neoliberiste». Per Matteo Buzzi dei Verdi saranno fondamentali «l’uscita completa dai combustibili fossili entro il 2050, il trasferimento su rotaia delle merci e la lotta ai cambiamenti climatici». Mentre Zeno Casella del Pc: «Una cassa malati pubblica con premi in base al reddito, il rafforzamento di ogni servizio pubblico e dei diritti fondamentali».
E per gli Stati? Una Gysin «con la bandiera stretta in mano». A Righini son fischiate le orecchie.