Progetto ‘Ticino 2020’, il fronte comune degli enti locali farà da base per le nuove discussioni con il Consiglio di Stato
I risultati del sondaggio dell’Associazione comuni ticinesi e dell'Ente regionale per lo sviluppo del Luganese erano attesi anche a Palazzo delle Orsoline. «Per lo meno adesso è chiara la posizione dei comuni e questo è positivo – rileva da noi contatto il direttore del Dipartimento istituzioni Norman Gobbi –. Su alcuni temi le idee di chi ha risposto sono molto chiare, in altri casi vi sono delle contraddizioni». La visione dei comuni rimane comunque compatta e in ogni caso distante da quella già espressa dal Consiglio di Stato. «Ora è importante poter lavorare sulla scorta di questi nuovi elementi», fa notare Gobbi. E il lavoro si chiama ‘Ticino 2020’, la riforma di flussi e competenze avviata nel 2015 e bloccata da mesi proprio per le divergenze di visioni tra i due piani istituzionali. Divergenze che, nel frattanto, hanno portato gli enti locali a sottoscrivere due iniziative che mirano a ridurre il carico finanziario per i comuni e che potrebbero venir ora disinnescate da un ritrovato dialogo su ‘Ticino 2020’. Almeno questo è l’auspicio di Gobbi: «Le due proposte dei comuni hanno un impatto notevole sulle casse del Cantone, per cui sarebbe importante individuare una soluzione nell’ambito della riforma». Tra i nodi da scogliere rimane comunque il cosiddetto “Contributo di finanziamento”, ovvero un versamento chiesto dal Cantone ai comuni quale compensazione per i compiti di interesse locale o regionale assunti da Bellinzona: «Su questo punto sarà determinante valutare il quadro finanziario globale della riforma».