Ticino

Pelle secca e nervosismo? Colpa del vento

Non ci darà tregua almeno fino al 23 gennaio. A questo punto tanto vale conoscerlo un po' meglio

11 gennaio 2019
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Soffia ancora il vento da nord in Ticino e il tempo sarà bello proprio grazie al favonio che rimarrà ancora a lungo, anche durante la prossima settimana e quella successiva, fino almeno a mercoledì 23 gennaio, più o meno intensamente. Una pausa tuttavia ci verrà concessa durante il fine settimana, quando il vento calerà. Questo influsso favonico, indica MeteoSvizzera, “si deve alle forti correnti di aria umida convogliate verso il versante nordalpino dall’alta pressione sul vicino Atlantico e un’area depressionaria sull’Europa orientale. A sud si rimane protetti dalla catena delle Alpi”.

Cosa succede dunque all’aria che arriva dal maltempo d’Oltralpe e che porta temperature più miti nelle vallate sopracenerine e nel Sottoceneri? “Generalmente – spiegano alla stazione di Locarno Monti – quando l’aria s’innalza per superare la catena alpina, si espande, si raffredda, condensa e perde parte della sua umidità sotto forma di precipitazioni (in questi giorni nevose). Quando ricade sul versante sudalpino, man mano che scende verso la pianura, l’aria viene nuovamente compressa dalla pressione sempre più elevata. Poiché l’aria ha perso sul versante sopravvento buona parte della sua umidità, la compressione (chiamata in termini tecnici compressione adiabatica) provoca un riscaldamento dell’aria particolarmente efficace: per ogni 100 metri di discesa l’aria si riscalda di circa un grado”. Questo è il motivo per cui alla fine, nelle zone di pianura, ci troviamo con una temperatura parecchio superiore rispetto a quella di partenza. “In caso di vento da nord si verificano sempre una ventina di gradi di differenza fra la temperatura sul San Gottardo (a 2’200 metri) e quella sul Piano di Magadino”.

Gli effetti sulla salute

Irritazione della pelle, mal di testa, nervosismo, insonnia, stanchezza, irascibilità. Sono molti gli effetti sulla salute delle persone che il vento (insieme alla siccità) può causare. «La pelle è l’organo di frontiera – osserva il dottore Stefano Gilardi, specialista in dermatologia –. È quindi la prima che viene messa alla prova in questi casi». Uno dei compiti della pelle, secondo la medicina, è quello di conservare l’umidità del nostro corpo (un 80 per cento dentro, un 20 per cento fuori). «Più c’è il vento e più noi essicchiamo – riprende Gilardi –. Più la pelle è grassa e meglio potrà difendersi. Se invece ne ha meno di grasso è piu esposta ai fattori di essiccazione».

Cosa può fare dunque per proteggersi in questi giorni di forte vento chi di solito ha già una “pelle secca”? «Non bisogna sgrassare la pelle – indica il dermatologo –. Per evitarlo è meglio non lavarsi con sapone, ne con le schiume o gli shampoo. Se ci si lava solo con l’acqua si favorisce la permanenza del grasso naturale. Se proprio si vuole utilizzare saponi, bisogna prendere quelli acidi, con Ph 5 o 5.5». Per Gilardi è importante precisare che il problema della pelle secca o ipolipidica non è solo una questione estetica: «È bene che questo organobarriera sia intatto, così funziona bene. Se invece è debilitato funziona male e l’organismo diventa più vulnerabile a virus e batteri». Mentre per gli altri sintomi ricorrenti in questi casi? «Il vento agisce anche psichicamente, infastidisce, scuote la vegetazione che abbiamo intorno, il movimento irrita di più che la quiete. Non vi è un’incidenza diretta del vento sul corpo, piuttosto si tratta di uno stimolo psico emotivo. Ma non per questo meno importante: gli esseri umani vivono attraverso gli organi di percezione».