Scandalo Argo 1, il 38enne responsabile operativo in un'intervista al Caffé si dice vittima di un complotto e nega le accuse
L'ex responsabile operativo della Argo1, Marco Sansonetti, in un' intervista concessa al domenicale ”Il Caffè“, racconta la sua versione dei fatti legata allo scandalo sulla gestione degli asilanti nei Centri migranti. "Non ci fu alcuna corruzione per l’ottenimento da parte dell’Amministrazione cantonale dell’incarico per la gestione della sicurezza nei Centri profughi – sostiene in particolare – "Non so capacitarmi di come sia stato possibile, eppure è accaduto, che, così, nell’arco di una giornata, sia stata cancellata una società, la Argo1 appunto, che per circa tre anni aveva gestito la sicurezza dei Centri migranti. Con piena soddisfazione dei vertici del Dipartimento della sanità e della socialità e della polizia cantonale". Sansonetti muove pure accuse dirette al 'superteste' ("D’accordo con il sindacato UNIA, lui e un altro dipendente hanno illecitamente raccolto della documentazione da un computer della ditta. E per di più alcuni conteggi fatti dal sindacato, quelli che poi hanno determinato l’accusa di usura, non sono corretti. Lo stesso sindacato li ha successivamente rettificati. Quindi non c’è affatto usura"). Nega di essere un uomo violento definendosi vittima di indizi costruiti ad arte contro la sua persona. Sul capo del 38enne, lo ricordiamo, pendono ben quattordici accuse, tra reati principali e ipotesi alternative, dal sequestro di persona aggravato all’abuso di autorità, dall'usura alla truffa, passando per la falsità in documenti e l’infrazione alla legge sull’Avs e la previdenza professionale.