Ticino

"Il Ticino sia uno Stato laico"

Presentata un'iniziativa per iscrivere nella Costituzione la neutralità religiosa. Pronta la replica del Ppd ticinese...

31 agosto 2018
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Uno Stato laico, quindi con una Costituzione "nella quale non ci sia nessuna religione che abbia uno statuto speciale". Quindi l'obiettivo dell'iniziativa "Ticino laico", presentata oggi dall'Associazione Liberi Pensatori, è riformulare l'art. 24, quello che sancisce la "personalità di diritto pubblico" alla Chiesa cattolica apostolica romana e alla chiesa evangelica riformata.

Nelle loro intenzioni, occorre scrivere nella Costituzione che Il Ticino è uno Stato laico, e che osserva la neutralità religiosa.

L'iniziativa sarà nel foglio ufficiale del 7 settembre e sabato 8 settembre comincerà la raccolta delle firme. 10'000 sono quelle necessarie, 2 i mesi di tempo per raccoglierle. "Auspichiamo – hanno detto i promotori – che partiti storicamente vicini a questa sensibilità laica e che ne hanno fatto una bandiera nel tempo come Partito liberale radicale e Partito socialista ci aiutino a raccogliere le firme e si facciano parte attiva in questa battaglia". Tra i promotori figurano il Partito comunista, membri di area liberale-radicale come Dick Marty, Gabriele Gendotti e Diego Scacchi e socialisti. A sostegno anche il Sindacato indipendente studenti e apprendisti (Sisa), per il quale "è fondamentale dirimere la questione dell'ora di insegnamento religioso a scuola".

La replica del Ppd: “Se volete cancellare la nostra identità, fatelo tra le vostra mura domestiche! Non in Ticino né in Svizzera”

Sul tema ha già preso posizione il Ppd ticinese, che tramite un comunicato – firmato dal presidente Fiorenzo Dadò e dal segretario cantonale Nicolò Parente – afferma: “Se volete cancellare la nostra identità, fatelo tra le vostre mura domestiche! Non in Ticino né in Svizzera. Ci risiamo, e non poteva essere altrimenti, visto che questi tentativi di rimozione identitaria si manifestano con una certa ciclicità. Un gruppo di ticinesi, tra i quali due ex Consiglieri di Stato radical chic dalle robuste pensioni per l’occasione riemersi dalle nebbie di un passato dimenticato, ha pensato bene di lanciare un’iniziativa per proporre il divorzio dalle nostre tradizioni. Un’iniziativa che ha come preciso obiettivo quello di annullare ogni possibile collegamento con la nostra storia e le nostre – innegabili! – radici cristiane. Un pericoloso tentativo quello in atto, proprio oggi che sempre più persone – confrontate con la frenesia, la superficialità e l’egoismo di questo mondo globalizzato nel quale viviamo – si sentono vulnerabili e disorientate. C’è al contrario un gran bisogno di certezze, di saldi legami con le nostre origini e di valori comuni attorno ai quali ritrovarsi e riunirsi. Non una cancellazione di secoli di tradizioni e di libertà portate avanti e soprattutto ottenute, con sudore e sangue, da coloro che ci hanno preceduti. Né tantomeno di guerre di religione, montate ad arte, dal sapore ottocentesco. Basta con questi tentativi di boicottaggio della nostra identità in nome di un’uguaglianza dei diritti di tutte le comunità religiose. Così facendo saremmo sì tutti uguali, ma nel vagare senza meta e punti di riferimento”.