Ticino

Rey in aula per lesioni colpose gravi

Amputò i seni alla paziente sbagliata che per 4 mesi non fu informata dell’errore

12 giugno 2018
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Oggi comparirà in aula davanti al giudice Amos Pagnamenta, il dottor Piercarlo Rey, che l’8 luglio del 2014, in una sala operatoria della clinica Sant’Anna di Sorengo, asportò i seni – per un errore di identità – alla paziente sbagliata, una donna allora 63enne. Il medico, difeso dai legali Renzo Galfetti e Tuto Rossi, dovrà rispondere delle accuse di lesioni colpose gravi e falsità in documenti.

Un anno fa circa, il procuratore pubblico Paolo Bordoli, titolare dell’inchiesta, condannò il chirurgo a una pena pecuniaria. Il medico impugnò il decreto di accusa (120 aliquote, circa 50mila franchi e una multa di 3mila franchi) dichiarandosi innocente e chiedendo di approfondire eventuali co-responsabilità della clinica. Oggi si va in aula alle Assise correzionali di Lugano.

I fatti di 4 anni fa. Una 67enne, che doveva incidere un tumore dietro il capezzolo, si risveglia senza entrambi i seni. C’è stato uno scambio di pazienti ma alla donna, per oltre 4 mesi, viene taciuto l’errore, noto a medico, operatori sanitari, direzione medica e amministrativa. Malgrado il silenzio generale, alla donna viene qualche sospetto, così a fine ottobre 2014 segnala il suo caso alla Commissione di vigilanza sanitaria. Passa un mese e la 67enne viene convocata dal dottor Rey che, alla presenza dell’avv. Fulvio Pelli (nel cda del gruppo), ammette il grave errore. La verità viene faticosamente a galla e la donna denuncia Rey.

Durante le indagini emerge che non sono state eseguite le verifiche da parte del chirurgo Rey per accertare chi avesse sotto i ferri. Al momento dei fatti, alla Sant’Anna non c’è una procedura di identificazione del paziente in sala operatoria standardizzata e valida per tutti. Era a libera discrezione del chirurgo. Si tratta di verifiche prima e dopo l’intervento raccomandate (ma non obbligatorie) dall’Organizzazione sanitaria mondiale dal 2009 per evitare proprio questi errori. In seguito vengono implementate.

Eppure 5 mesi prima dell’errore – è emerso durante il processo ai giornalisti del Caffè assolti dall’accusa di diffamazione – l’Ufficio del medico cantonale fece un’ispezione in clinica, dove risultò che tutto era in regola per quanto riguarda le procedure di sicurezza in sala operatoria. Per la Procura l’unico responsabile è il dottor Rey, che nel frattempo è tornato alla sua professione. Nel marzo 2017 il procuratore Bordoli ha deciso un decreto di non luogo a procedere scagionando i dipendenti della struttura.