La maggioranza del Consiglio comunale fa suo l'emendamento della Gestione e differenzia le aliquote fiscali. La Destra dice ‘no’, anche ai Preventivi 2025
A ciascuno il suo... moltiplicatore. Mendrisio, per finire, diversificherà le proprie aliquote fiscali: una per le economie domestiche e una per il settore economico. Se le prime, infatti, non si vedranno ritoccare la pressione fiscale per il 2025 - ferma al 77 per cento -; il secondo si vedrà applicato l'82 per cento (5 punti in più). La proposta della Gestione, quindi, ha fatto breccia sull'onda della maggioranza dei voti - da cui si è distanziata la Destra -, emendando le conclusioni dei Preventivi vergati dal Municipio. Finnaziaria promossa poi con 40 favorevoli, 8 contrari e 6 astenuti. La scelta del legislativo, del resto, permetterà di alleggerire il deficit - sulla carta di 3,2 milioni di franchi -, incrementando gli introiti fiscali, ma soprattutto compensando le mancate entrate dovute alla riforma cantonale varata a vantaggio delle aziende. Riforma costata al Comune, calcoli alla mano, circa 6 milioni. La Città, in ogni caso, ha incassa il colpo confidando in nuovi arrivi di imprese. Nel frattempo, a confortare vi sono già le proiezioni sui Consuntivi 2024, che a oggi annunciano «un risultato positivo attorno al mezzo milione di franchi», parola del sindaco Samuele Cavadini. Il dato non è ancora consolidato, ma si va verso una neutralizzazione della perdita.
La modifica che sembrava dover sparigliare le carte, in buona sostanza, non solo ha avuto la meglio, è pure stata accettata di «buon grado» dall'Esecutivo, come ha chiarito subito lo stesso sindaco. Anzi, ancora una volta la maggioranza dei consiglieri comunali ha deciso di togliersi immediatamente il dente che duole, portando in testa alla discussione della serata le previsioni finanziarie della Città. Neanche il tempo di aprire le danze, però, e dai banchi consiliari - da Sinistra a Destra - sono arrivati dei chiari rimproveri all'indirizzo del Municipio. In effetti, ci si aspettava di più dall'Esecutivo nell’esercizio virtuoso di dare un freno alla spesa pubblica. Quanto basta per porsi alcuni interrogativi.
«A restare senza risposta è essenzialmente una domanda – ha esternato Daniele Raffa (Centro-Verdi liberali) –: quale strategia si metterà in campo per il futuro per tenere sotto controllo le spese e l’indebitamento?». Ci si è chiesti, insomma, come mai non si è osato di più, differenziando il moltiplicatore e cogliendo l'opportunità offerta dal quadro legislativo. Da qui, ha rincarato la dose Jacopo Scacchi, AlternativA, si origina un «biasimo unanime sull'atteggiamento rinunciatario del Municipio. Perché ha deciso di non decidere e ha lasciato al legislativo il compito di dare una direzione politica alla Città? Desideriamo che l'autorità cittadina indichi la rotta». Si vorrebbe, dunque, che l'Esecutivo non avesse paura di esporsi.
Una critica che il sindaco Samuele Cavadini ha respinto al mittente. «Non è vero che il Municipio non ha deciso – ha replicato il sindaco –: ha deciso di mantenere il moltiplicatore al 77 per cento (per tutti, ndr), una scelta calibrata; e lo ha fatto prima di sapere gli effetti della modifica di legge e l'orientamento dei vicini. La Città, in altre parole, non è rimasta inattiva: con Lugano e altri Comuni si è fatta promotrice di una richiesta poi sfociata nella moratoria. La voce dei Comuni è stata ascoltata, almeno per i prossimi 5 anni».
Sta di fatto che, dossier e numeri alla mano, la strategia non ha convinto la Lega. «Questo modo di lavorare del Municipio comincia a dare un po‘ fastidio a tutti – ha esplicitato Massimiliano Robbiani –. Davanti alla possibilità di differenziare il moltiplicatore si è rivelato timido. Eppure il compito di guadagnare 1 milione – ritoccando l'aliquota delle persone giuridiche, ndr – era facile. Ma lo si è lasciato alla Gestione».
Non di meno, ha richiamato Luca Pestelacci del Plr, «i Preventivi mostrano anche dei segnali positivi. La Città è attrattiva, quindi bisogna concentrarsi sull'aumento delle entrate, attirando nuovi contribuenti». Al di là delle critiche puntuali, la maggioranza dell'aula consiliare alla fine ha sostenuto comunque la politica municipale. Il solo a distanziarsi, come detto, è stato il gruppo Udc-Udf, che ha fatto muro, votando ‘no’. Le ragioni? «Il nostro – ha spiegato Roberto Pellegrini – non è un ‘no’ a Mendrisio, bensì all'approccio, che si vuole più responsabile. Domandiamo un cambio di rotta a tutela del futuro finanziario del Comune. Ciò che si vede è una assenza di misure strutturali a fronte di 3,2 milioni di deficit. Non solo, in momenti come questi le aziende hanno bisogno di ossigeno, invece si mettono le mani nelle tasche. E a noi non sta bene».
E sempre da Destra - questa volta con Lega e Udc-Udf schierati dalla stessa parte, affinacati dalla Lista civica - è arrivato lo sbarramento ai Preventivi delle Aziende industriali (Aim). La Lega, per voce di Massimiliano Robbiani, si è detto deluso, e parecchio, per dei bilanci che fanno i conti con degli aumenti tariffali. «Qualcosa non ha funzionato – ha rimarcato volgendo lo sguardo agli anni passati –. Non resta che attendere l'arrivo dell'ente autonomo, che porterà a trovare sinergie migliori e decisioni più celeri, e a fare meno errori». Il ‘modus operandi’ delle Aim risulta indigesto anche a Udc-Udf. «La nostra – ha fatto capire Lucio Lorenzon – è una risposta politica: dire ‘sì’ a questi preventivi significa avallare il modo di procedere delle Aim e dei rincari sulle spalle dei cittadini».
La maggioranza del legislativo non ha, però, dato agio alle voci contrarie - tacciate di qualunquismo, da Filippo Pfister, Plr - e ha vistato i Preventivi delle Aziende con 40 voti favorevoli e 14 contrari.
Sui pozzi di San Martino (uno e due) cadrà ogni vincolo di protezione. Lo ha deciso il Consiglio comunale, aderendo alla richiesta dell'Esecutivo (salvo per la Lista civica). Dismesse da anni, queste fonti di approvvigionamento sono state sostituite dal pozzo ai Prati Maggi a Rancate. Un'opera che ha ricevuto un contributo di un milione e mezzo da Ustra, l'Ufficio federale delle strade, a condizione che venisse, appunto, stralciata la zona di salvaguardia. Resiste, comunque, un auspicio, a cui hanno dato voce le Petizioni, "che, in linea con quanto fatto finora, il Municipio mantenga un approccio attento e lungimirante nella gestione del comparto, continuando a dimostrare il grande valore che la Città di Mendrisio attribuisce all’intera area di San Martino".
E a proposito di acqua, ma di scarico, lunedì sera il Consiglio comunale ha riconosciuto a maggioranza il sorpasso (del 22,5 per cento) registrato nell'ambito delle opere prioritarie in programma negli ultimi quattro anni nel quadro del Piano generale di smaltimento delle acque della Città. In buona sostanza si è reso necessario concedere altri 1,8 milioni a fronte di interventi annunciati per 8 milioni, ancorati a un credito quadro. Rilevate già da parte del Municipio delle lacune nel controllo dei costi, a rincarare la dose ci ha pensato la Commissione della gestione, manifestando "una forte perplessità per le modalità di presentazione e gestione del credito quadro". Da qui l'invito a poter contare su dati fondati prima di pronunciarsi, in modo informato e consapevole, su simili investimenti. In effetti, "incertezze nell’ordine del 60-70 per cento delle opere programmate o degli importi preventivati non sono di tutta evidenza ammissibili, né giustificabili". Il richiamo finale è a che "simili situazioni non abbiano più a ripetersi".