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Fermato con un chilo di cocaina, condannato a 34 mesi

Scontato il carcere preventivo e considerati i 28 mesi sospesi, un giovane architetto di San Gallo dovrà tornare in carcere per altri tre mesi

Dovrà tornare in carcere
(Ti-Press)
13 dicembre 2024
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«È sempre stato un lavoratore. Ma dal 2021 la sua vita è deragliata sia in ambito familiare che imprenditoriale, e da quel momento sono iniziati i problemi». Così spiega l’avvocato difensore Letizia Vezzoni gli ultimi anni vissuti dal 34enne architetto presentatosi oggi alle Assise criminali di Mendrisio, in Lugano. Prima aveva la fedina penale pulita, poi fino al 2023 si è macchiato di una lunga lista di reati, tra cui il trasporto di 997 grammi di cocaina. Stando all’atto d’accusa promosso dal procuratore pubblico Luca Losa – firmato dall’allora pp Pamela Pedretti –, l’uomo è stato accusato di infrazione aggravata alla Legge federale (Lf) sugli stupefacenti, ripetuta infrazione grave alla Lf sulla circolazione stradale e altri reati minori legati al suo comportamento al volante, ripetuta infrazione alla Lf sugli stranieri e la loro integrazione, ripetuta ingiuria e impedimento di atti dell’autorità. Il presidente della Corte, Marco Villa – giudici a latere Giovanna Canepa Meuli e Luca Zorzi –, ha comminato una pena di 34 mesi, dei quali sei da espiare e il rimanente sospeso per due anni. Il pp, dato il concorso di reati, aveva ritenuto idonea una pena interamente da scontare di 3 anni 4 mesi e 20 giorni, mentre l’avvocato Vezzoni aveva richiesto una pena interamente sospesa.

‘Qualcuno mi ha voluto incastrare’

Il 34enne, cittadino svizzero di origine nordmacedone, è cresciuto e lavora in Svizzera tedesca, senza, dunque, alcun legame con il Ticino. Infatti, quasi tutti i reati che ha commesso sono stati compiuti Oltregottardo. Tutti tranne quello che lo ha portato a scontare 93 giorni di carcerazione preventiva: a metà marzo 2023 era stato infatti fermato a Stabio con l’auto aziendale, a bordo della quale si trovava la droga. A differenza di altri reati, nei quali durante le indagini si è avvalso della facoltà di non rispondere, si è sempre professato innocente e in aula ha precisato che «qualcuno mi ha voluto incastrare. Io non ne sapevo nulla». Da come è emerso, il 34enne soffre di un lieve disturbo psichico di tipo autistico e, nei giorni precedenti all’arresto, aveva pranzato in un ristorante in provincia di Varese, punto di appoggio per una grossa banda di spacciatori fermata dalle autorità italiane. Inoltre, dai rilevamenti della polizia è risultato che diverse parti interne dell’automobile erano contaminate sia di cocaina che di Lsd. Un fatto che, secondo Vezzoni, non è rilevante poiché «quello era il veicolo aziendale e lui non era l’unico a utilizzarlo».

Per quanto riguarda gli altri reati commessi Oltregottardo, si segnalano la guida a 155 km/h sul limite a 120 km/h e successivamente 128 km/h nonostante il limite fosse di 80 km/h, oltre ad aver rivolto ripetuti insulti a dei poliziotti di Zurigo e, a Zugo, essersi “comportato in maniera aggressiva nei confronti degli agenti di polizia, opponendo resistenza quando questi gli hanno chiesto di seguirli alla centrale”. Anche per quest’ultimo reato, il 34enne si è professato innocente: «Stavo litigando con una donna che mi aveva messo le mani addosso, ero nervoso con lei, non con la polizia. Quando le forze dell’ordine sono arrivate, mi hanno gettato a terra, io però non ho fatto niente».

Versioni fornite non coerenti

Per quanto riguarda i fatti avvenuti a Stabio, il giudice Villa ha ritenuto il 34enne non credibile: «Le sue versioni sono state spesso modificate e non sono state lineari e attendibili. Non ha portato nessuna prova di questo presunto complotto a suo carico». Per quanto riguarda gli altri reati, tra cui l’impedimento di atti dell’autorità, dovrà pagare in totale 180 aliquote da 30 franchi, in parte sospese per due anni.