Per il co-Ceo dell’azienda ‘un prezzo dell’oro in crescita non è generalmente positivo per la nostra attività’
Il prezzo molto elevato dell’oro non fa la fortuna delle fonderie: è quanto emerge prendendo come riferimento Argor-Heraeus, società con sede a Mendrisio che ha oltre 70 anni di vita. L’impresa ha una capacità produttiva massima annuale di 3,5 milioni di lingotti, con un peso che varia tra 0,5 e 100 grammi, spiega il co-Ceo Robin Kolvenbach all’agenzia finanziaria Awp. Sebbene questa quantità era stata raggiunta tra il 2022 e l’inizio del 2023, “quest’anno le vendite sono diminuite significativamente a causa del calo della domanda’, rivela il manager. “Un prezzo dell’oro in crescita non è generalmente positivo per la nostra attività: a dire il vero, sono contento che il 2024 sia stato così stabile, visto l’alto corso dell’oro”, aggiunge il dirigente, pur senza fornire cifre specifiche.
Per i commercianti, il 2024 è stato un successo, ma la maggior parte dell’oro trattato da Argor-Heraeus viene lavorato per l’industria dell’orologeria e della gioielleria, settori duramente colpiti dal calo delle vendite in Cina. La società conta una ventina di clienti abituali nei due rami in questione. Kolvenbach rimane ottimista riguardo a questo segmento: “Le prospettive sono stabili, anche se non ci aspettiamo la crescita che abbiamo visto in passato”.
Per quanto riguarda gli investimenti in lingotti e monete, “quando i prezzi dell’oro sono scesi di recente, dopo l’elezione di Donald Trump a presidente degli Stati Uniti, la domanda è tornata a salire, anche se è ancora molto lontana dal livello del 2023. Dovremo vedere se si è trattato solo di un picco o se si confermerà in modo più duraturo, ma oggi sono più ottimista rispetto a due mesi fa”, prosegue il co-Ceo. La clientela in questo comparto è costituita da una cinquantina di banche e rivenditori, poiché la fonderia non tratta direttamente con i privati.
Come fornitore di servizi, Argor-Heraeus raffina l’oro per gioiellieri e commercianti o lavora i lingotti provenienti dalle miniere, trasformandoli poi in prodotti di investimento per i suoi clienti. “Non possediamo però un solo grammo d’oro e non traiamo alcun guadagno dalle fluttuazioni di prezzo”, sottolinea Kolvenbach, che assicura che le tariffe per i vari servizi offerti, che sono fisse, sono rimaste invariate rispetto a prima dell’impennata dei prezzi del metallo giallo.